Papa Giovanni Paolo II e Lino Zani, l'alpinista racconta la vera storia: "Gli ho presentato diverse fidanzate"
L'alpinista Lino Zani ricorda l'amicizia con Papa Giovanni Paolo II, dalla prima vacanza sull'Adamello nel luglio del 1984 fino alla morte del Pontefice nell'aprile del 2005
Lino Zani, storico alpinista nonché conduttore televisivo e scrittore, ha raccontato in un libro delle sue frequentazioni con Papa Giovanni Paolo II, appassionato di montagna che era solito trascorrere in alta quota le sue vacanze estive. I due si incontrarono per la prima volta il 16 luglio del 1984 e fra loro sbocciò una sincera e solida amicizia.
- L'amicizia fra Lino Zani e Karol Wojtyla
- Un film e un libro su Giovanni Paolo II
- La vetta come metafora della vita
L’amicizia fra Lino Zani e Karol Wojtyla
Lino Zani e Papa Wojtyla si incontrarono quando il Pontefice decise di trascorrere le vacanze nel rifugio delle Lobbie, sull’Adamello, nelle Alpi Retiche in Lombardia, a oltre 3.000 metri di altitudine.
In precedenza, Zani aveva accompagnato a sciare quattro preti polacchi. Uno di loro era il segretario personale del Pontefice, come rivelò al termine della giornata quando chiese di poter organizzare le ferie di Wojtyla sull’Adamello con la collaborazione di Zani.
Fonte foto: ANSA
Lino Zani posa con un busto di Papa Giovanni Paolo II e alcuni oggetti sacri
Zani e Giovanni Paolo II, oltre alla montagna, condivisero anche i pasti come quel piatto di “strozzapreti” del loro primo incontro, un tipo di pasta preparato dalla madre dell’alpinista.
Nel primo incontro ci fu anche l’allora presidente della Repubblica Sandro Pertini. Il Papa e il presidente arrivarono in elicottero.
Wojtyla smise di sciare nel 1996 per la rottura di un femore, ma l’amicizia con Zani andò avanti fino alla morte del Pontefice nell’aprile del 2005.
Un film e un libro su Giovanni Paolo II
L’esperienza venne raccontata dallo scrittore anche nel film per la Tv del 2013 “Non avere paura“, tratto dal libro “Era santo, era uomo“.
Quando Giovanni Paolo II era sulle montagne della Lombardia, “si fermava a pregare in ogni posto. Non era più sulla terra in quei momenti, ma in contatto con Dio”, ha ricordato Zani.
Zani ha poi rievocati due aneddoti: quando il Papa si arrabbiava parlava in polacco, inoltre gli piacevano i formaggi. La famiglia Zani è stata spesso invitata a Roma proprio da Wojtyla.
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“Ho presentato diverse fidanzate anche al papa che mi faceva notare, scherzando, perché a lui piaceva molto scherzare, che non era la stessa della volta precedente e mi chiedeva sempre quando avrei messo la testa a posto. L’ho fatto, ne sarebbe stato felice”, ha raccontato Zani.
La vetta come metafora della vita
Zani ha poi rievocato un aneddoto relativo al giorno in cui mostrò al Papa una foto relativa alla sua scalata di una vetta a quota 8.000 metri.
“Quando gli mostrai la foto della vetta – ha ricordato Zani – mi chiese perché andassi così in alto. Io gli dissi che volevo sapere cosa c’era dall’altra parte della cima e allora lui mi disse che ‘dall’altra parte’ si può andare una volta sola, mentre dalla cima si può solo scendere”.
“Mi disse che nella vita tutti abbiamo una cima da raggiungere, ma quando si arriva sempre più in alto la difficoltà vera è saper rinunciare e tornare indietro”, ha aggiunto.
