Cos'è la tanatoprassi e come è conservata la salma di Papa Francesco per l'omaggio dei fedeli e i funerali
La salma di Papa Francesco è stata sottoposta a un processo di tanatoprassi: è stata, cioè, trattata con un fluido conservante iniettato endovena e con una serie di cure estetiche
La salma di Papa Francesco è stata sottoposta a una procedura di tanatoprassi, vale a dire una sorta di imbalsamazione temporanea. Si tratta di un metodo già adottato con i precedenti pontefici, che serve a rallentare il processo di degradazione dei tessuti rendendo così possibile l’esposizione delle spoglie all’estremo omaggio dei fedeli.
Come si esegue la tanatoprassi
Come prevede la tradizione, la salma di Papa Francesco è stata esposta nella basilica di San Pietro, dopo il processo di imbalsamazione temporanea che garantisce la preservazione del corpo per alcuni giorni.
Il trattamento post-mortem consiste nell’iniezione nel sistema arterioso di un fluido conservante, al quale si sommano cure estetiche sul corpo per cercare di conservare, per quanto possibile, l’antica integrità estetica del defunto.
Fonte foto: IPA
Città del Vaticano, 22 aprile 2025 – Il presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella e la figlia Laura rendono omaggio alle spoglie di Papa Francesco presso la cappella di Santa Marta
Il processo di decomposizione, così, può essere interrotto dai 10 ai 15 giorni. Un tempo più che adeguato per consentire l’esposizione della salma di Francesco e la celebrazione dei funerali.
La stessa procedura venne utilizzata a suo tempo sulle spoglie del Papa Emerito Benedetto XVI, di Giovanni Paolo II e di tutti i precedenti pontefici.
“Il nostro è un trattamento che consente di avere una cura altamente igienica, nonché di garantire un aspetto più presentabile dei corpi”. Così aveva dichiarato all’Ansa Andrea Fantozzi, Presidente e fondatore dell’Ait (Associazione Italiana di Tanatoprassi) e dell’Init (Istituto Nazionale Italiano di Tanatoprassi). Fantozzi ha già trattato le spoglie dei due precedenti pontefici.
Si tratta di una procedura antica ma, con il passare del tempo e con il progredire della scienza, è naturalmente possibile che le tecniche di tanaprassi subiscano delle modificazioni.
Dalla formalina al Fluytan
E infatti, un tempo si utilizzava la formalina, oggi abbandonata perché presenta caratteristiche tossiche e potenzialmente cancerogene. Al suo posto è stato introdotto un prodotto innovativo, il Fluytan.
“Fluytan Topic è un conservante ad ampio spettro d’azione, ad applicazione topica, utilizzabile da tutti. Ciò significa che può essere usato sia in ambito domestico, che negli ospedali, che da parte degli operatori di Tanatoprassi”, si legge su Tan Magazine, periodico di informazione e cultura sulla tanatoprassi e case funerarie.
“Con il nostro nuovo sistema, totalmente innocuo – aveva aggiunto Fantozzi – riusciamo anche a conservare meglio il Dna. Per questo la tanatoprassi presenta benefici anche nel settore della medicina legale e della polizia scientifica“.
Il vantaggio del nuovo composto, rispetto alla vecchia formalina, è che non c’è “neanche la necessità di recuperare tutto il sangue, come avveniva prima”.
A chi si applica la tanatoprassi
Il trattamento di tanatoprassi è piuttosto raro: oltre che ai pontefici defunti, viene applicato alle salme degli stranieri che muoiono in Italia, affinché vengano rimpatriati nel Paese d’origine per le esequie.
