Papa Francesco e l'ultimo regalo ai detenuti di Casal del Marmo, donati 200mila euro prima di morire
L'ultimo gesto di Papa Francesco è stato rivolto ai detenuti cui il pontefice ha donato 200mila euro prima di morire, prendendoli dal suo conto personale
L’ultimo pensiero di Papa Francesco è stato per i detenuti: a loro il Pontefice, deceduto lunedì 21 aprile, ha donato 200mila euro prima di morire, prelevandoli dal suo conto personale. A rivelarlo è stato Monsignor Benoni Ambarus, vescovo delegato alla carità e alle carceri che ha sottolineato anche la significativa ultima visita di Francesco a Regina Coeli.
Papa Francesco e i detenuti
“I suoi ultimi averi? Li ha donati ai detenuti: 200mila euro, usciti dal suo conto personale“, ha rivelato Monsignor Benoni Ambarus, vescovo delegato alla carità e alle carceri.
Il legame tra Papa Francesco e i detenuti è stato costante: sono state tantissime le visite del pontefice nelle varie carceri, anche nelle sue ultime ore in vita. Pochi giorni prima di morire, per esempio, Francesco era andato a Regina Coeli proprio per salutarli per quella che si sarebbe poi rivelata l’ultima volta.
Fonte foto: IPA
L’ultima visita
Il Monsignore, in un’intervista a La Repubblica, ha reso noto un gesto del Papa, passato lontano dai riflettori, ma che racconta tanto della generosità del pontefice. “Quando gli chiesi un aiuto economico, mi disse che non c’erano più fondi, ma che avrebbe trovato qualcosa nel suo conto. Così ha fatto”, ha rivelato Ambarus, parlando di un regalo da lui fatto ai detenuti di Casal del Marmo. “Ha inviato 200mila euro di tasca sua. Ora, con il testamento, vengo a sapere che verrà seppellito grazie a un benefattore. Perché lui ha donato tutto sé stesso agli ultimi”, spiega.
“Pochi giorni prima di morire, Francesco si è trascinato fino a Regina Coeli. Non aveva più forze, ma con la sua presenza ha voluto urlare al mondo che non possiamo abbandonare chi vive dietro le sbarre”, ha raccontato, riprendendo l’ultima visita del pontefice al carcere romano.
Un rapporto reciproco per i detenuti che “in lui vedevano un padre”, ha detto, commosso il Monsignore che ha anche rivelato come questi gli abbiano affidato un fiore e una lettera da posare sulla tomba di Papa Francesco.
La sofferenza del pontefice
A La Repubblica ha approfondito il rapporto tra il Papa e la popolazione carceraria, un legame caratterizzato da momenti diversi tra loro e significativi: dalle lavande dei piedi ai carcerati all’apertura per loro della Porta Santa di Rebibbia.
Francesco aveva chiesto un gesto concreto, uno sconto di pena, simbolico, di un mese o due, invano.
“Quando si parlava di carcere, lo vedevo soffrire. Era affranto. E una grande tristezza ha avvolto i detenuti quando si sono resi conto che nessuno ha fatto nulla. Nonostante il suo enorme impegno, le istituzioni non hanno fatto nulla per dare anche solo un piccolo segnale, i suoi appelli sono finiti nel vuoto”, ha chiosato.
