Funerali Papa Francesco, testo dell'omelia del cardinale Giovanni Battista Re: "Si è donato fino all'ultimo"
Ai funerali di Papa Francesco, l'omelia è stata letta dal cardinale Giovanni Battista Re: questo il testo che ricorda per l'ultima volta il Pontefice
Ai funerali di Papa Francesco è stato il cardinale Giovanni Battista Re a recitare l’omelia per il pontefice scomparso lunedì 21 aprile. Nel testo integrale del suo discorso l’ultimo omaggio a Jorge Mario Bergoglio, un uomo che “si è donato fino all’ultimo”, come detto dal 91enne bresciano, decano del collegio cardinalizio.
- L’omelia del cardinale Giovanni Battista Re
- Il testo completo
- L’elogio a Bergoglio
- Il ricordo
- Chi è il cardinale Giovanni Battista Re
L’omelia del cardinale Giovanni Battista Re
I funerali di Papa Francesco, sabato 26 aprile, sono stati presieduti a San Pietro dal cardinale Giovanni Battista Re. Bresciano, 91enne, è decano del collegio cardinalizio.
Sarà lui inoltre a convocare il Conclave che si riunirà dopo il 5 maggio per l’elezione del nuovo Papa.
Fonte foto: IPA
Il testo completo
Nella lunga omelia, il cardinale Re ha ricordato la figura di Papa Francesco. Lo ha fatto sottolineando uno stato d’animo comune a tutti quanti presenti in piazza di San Pietro, quello “del cuore triste, ma sorretto dalle certezze della fede”. Anzitutto il cardinale ha salutato e ringraziato i Capi di Stato, i Capi di Governo e le Delegazioni ufficiali accorsi in Vaticano e ribadito come “il plebiscito di manifestazioni di affetto e di partecipazione che abbiamo visto in questi giorni ci dice quanto l’intenso Pontificato di papa Francesco abbia toccato le menti ed i cuori”.
Ha ricordato l’opinione del pontefice sulla guerra che – diceva – “è solo morte di persone, distruzioni di case, ospedali e scuole, è per tutti sempre una dolorosa e tragica sconfitta”. Ha citato la sua massima di “costruire ponti e non muri” e ricordato l’ultima sua apparizione. “La sua ultima immagine, che rimarrà nei nostri occhi e nel nostro cuore, è quella di domenica scorsa, Solennità di Pasqua, quando papa Francesco, nonostante i gravi problemi di salute, ha voluto impartirci la benedizione dal balcone della Basilica di San Pietro e poi è sceso in questa piazza per salutare dalla papamobile scoperta tutta la grande folla convenuta per la Messa di Pasqua. Con la nostra preghiera vogliamo ora affidare l’anima dell’amato Pontefice a Dio, perché Gli conceda l’eterna felicità nell’orizzonte luminoso e glorioso del suo immenso amore”, ha detto.
“Nonostante la sua finale fragilità e sofferenza, papa Francesco ha scelto di percorrere questa via di donazione fino all’ultimo giorno della sua vita terrena. Egli ha seguito le orme del suo Signore”, queste le sue parole di commiato.
L’elogio a Bergoglio
“Quando il Cardinale Bergoglio, il 13 marzo del 2013, fu eletto dal Conclave a succedere a papa Benedetto XVI, aveva alle spalle gli anni di vita religiosa nella Compagnia di Gesù e soprattutto era arricchito dall’esperienza di 21 anni di ministero pastorale nell’Arcidiocesi di Buenos Aires, prima come Ausiliare, poi come Coadiutore e in seguito, soprattutto, come Arcivescovo”, continua.
“La decisione di prendere il nome Francesco apparve subito come la scelta di un programma e di uno stile su cui egli voleva impostare il suo Pontificato, cercando di ispirarsi allo spirito di San Francesco d’Assisi”.
“Conservò il suo temperamento e la sua forma di guida pastorale, e diede subito l’impronta della sua forte personalità nel governo della Chiesa, instaurando un contatto diretto con le singole persone e con le popolazioni, desideroso di essere vicino a tutti, con spiccata attenzione alle persone in difficoltà, spendendosi senza misura, in particolare per gli ultimi della terra, gli emarginati. È stato un Papa in mezzo alla gente con cuore aperto verso tutti”.
Il ricordo
“Inoltre è stato un Papa attento al nuovo che emergeva nella società ed a quanto lo Spirito Santo suscitava nella Chiesa. Con il vocabolario che gli era caratteristico e col suo linguaggio ricco di immagini e di metafore, ha sempre cercato di illuminare con la sapienza del Vangelo i problemi del nostro tempo, offrendo una risposta alla luce della fede e incoraggiando a vivere da cristiani le sfide e le contraddizioni di questi nostri anni di cambiamenti, che amava qualificare “cambiamento di epoca”, ha proseguito indicando la misericordia, la fraternità e la gioia del Vangelo come le parole chiave di Papa Francesco.
“Aveva grande spontaneità e una maniera informale di rivolgersi a tutti, anche alle persone lontane dalla Chiesa. Ricco di calore umano e profondamente sensibile ai drammi odierni, Papa Francesco ha realmente condiviso le ansie, le sofferenze e le speranze del nostro tempo della globalizzazione, e si è donato nel confortare e incoraggiare con un messaggio capace di raggiungere il cuore delle persone in modo diretto e immediato. Il suo carisma dell’accoglienza e dell’ascolto, unito ad un modo di comportarsi proprio della sensibilità del giorno d’oggi, ha toccato i cuori, cercando di risvegliare le energie morali e spirituali. Filo conduttore della sua missione è stata anche la convinzione che la Chiesa è una casa per tutti; una casa dalle porte sempre aperte. Costante è stata anche l’insistenza nell’operare a favore dei poveri. È significativo che il primo viaggio di papa Francesco sia stato quello a Lampedusa, isola simbolo del dramma dell’emigrazione con migliaia di persone annegate in mare”.
Infine, facendo sua la frase “Non dimenticatevi di pregare per me” – che il pontefice soleva ripetere – ha chiuso il suo intervento così: “Caro papa Francesco, ora chiediamo a Te di pregare per noi e che dal cielo Tu benedica la Chiesa, benedica Roma, benedica il mondo intero, come domenica scorsa hai fatto dal balcone di questa Basilica in un ultimo abbraccio con tutto il popolo di Dio, ma idealmente anche con l’umanità che cerca la verità con cuore sincero e tiene alta la fiaccola della speranza”.
Chi è il cardinale Giovanni Battista Re
Nato a Borno il 30 gennaio 1934, Giovanni Battista Re è entrato nel seminario di Brescia all’età di 11 anni nel 1945. Nel 1957, a 23 anni, è diventato presbitero e nello stesso anno si è trasferito a Roma per frequentare la Pontificia Università Gregoriana. Fu poi addetto alla nunziatura apostolica a Panama, prima di prendere un nuovo incarico in Iran.
Nel 1987 fu nominato da Papa Giovanni Paolo II come arcivescovo titolare di Vescovio e segretario della Congregazione per i vescovi. Il 7 novembre l’ordinazione episcopale quindi nel 2001 fu creato e pubblicato cardinale presbitero con il titolo cardinalizio dei Santi XII Apostoli da papa Giovanni Paolo II. Nel 2002, la nomina a cardinale vescovo della sede suburbicaria di Sabina-Poggio Mirteto, nel Lazio.
Papa Francesco nel 2017 approvò la sua elezione a sottodecano del Collegio cardinalizio e nel 2020 a quella di decano del Collegio cardinalizio, diventò anche cardinale vescovo di Ostia. Fu lo stesso Re, il 5 gennaio 2023, a celebrare l’eucaristia durante i funerali del papa emerito Benedetto XVI.
