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Chiusura della bara di Papa Francesco, chi c'era e perché il rito è privato: i dettagli della cerimonia

La cerimonia presieduta dal cardinale camerlengo, il significato del velo di seta bianco sul volto e la semplificazione con una bara invece di tre

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La bara di papa Francesco è stata chiusa la sera del 25 aprile 2025, al termine di una cerimonia iniziata alle 20. Un rito, come comunicato dalla Santa Sede, privato, celebrato dal cardinale camerlengo, Kevin Farrell. Un velo di seta bianco è stato posto sopra il volto del Pontefice (momento dall’alto valore simbolico) mentre all’interno della bara sono stati messi monete, medaglie e un tubo di metallo contenente il rogito. Tutto è considerato atto privato, non da trasmettere in diretta tv ma di cui comunque la Santa Sede ha provveduto a diffondere informazioni e immagini.

Chi era presente al rito di chiusura della bara

A presiedere il rito di chiusura della bara è stato il cardinale Kevin Joseph Farrell, camerlengo di Santa Romana Chiesa.

Oltre a lui e al maestro delle Celebrazioni liturgiche, mons. Diego Ravelli, hanno partecipato alla cerimonia anche i cardinali Giovanni Battista Re, decano del Sacro Collegio, Roger Michael Mahony, cardinale presbitero, Dominique Mamberti, protodiacono, Mauro Gambetti, arciprete della Basilica, Pietro Parolin, già segretario di Stato, Baldo Reina, vicario per la Diocesi di Roma, Konrad Krajewski, elemosiniere.

Papa Francesco rito della baraFonte foto: IPA

Il momento in cui un velo bianco di seta viene posto sul volto di Papa Francesco

C’erano inoltre i monsignori Edgar Peña Parra, sostituto, Ilson de Jesus Montanari, vice camerlengo, Leonardo Sapienza, reggente della Casa Pontificia; i canonici del Capitolo vaticano, i penitenzieri minori vaticani, i segretari del Papa e altre persone ammesse dal maestro delle Celebrazioni liturgiche.

Hanno partecipato al rito, oltre a quanti erano indicati nella Notificazione dell’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche, anche alcuni familiari del Papa defunto.

Come si è svolto il rito di chiusura della bara

La celebrazione si è svolta secondo le prescrizioni dell’Ordo Exsequiarum Romani Pontificis. Poi le frasi in latino del celebrante: “Fratelli e sorelle carissimi, siamo qui riuniti per compiere alcuni atti di umana pietà, prima della Messa esequiale del nostro Papa Francesco”.

“Leggeremo il rogito che ricorda la sua vita e le sue opere più importanti, per le quali rendiamo grazie a Dio Padre. Copriremo il suo volto con venerazione, nella viva speranza che egli possa contemplare il volto del Padre, insieme con la Beata Vergine Maria e tutti i Santi”.

Dopo il Cantico di Zaccaria, c’è stato un momento di silenziosa preghiera. Poi il maestro delle Cerimonie ha steso un velo di seta bianca sul volto di Francesco, poi l’acqua benedetta sul corpo. Il maestro ha deposto nella bara la borsa con le monete e le medaglie coniate durante il pontificato e il tubo con il rogito, dopo aver apposto il sigillo dell’Ufficio delle Celebrazioni liturgiche.

Infine è stato posto il coperchio alla bara di zinco sul quale si trovano la croce, lo stemma del Pontefice defunto e la targa con il suo nome, la durata della sua vita e del suo Ministero petrino.

La bara è stata saldata e sono stati impressi i sigilli del cardinale camerlengo di Santa Romana Chiesa, della Prefettura della Casa pontificia, dell’Ufficio delle Celebrazioni liturgiche pontificie e del Capitolo vaticano. Chiusa infine anche la bara di legno, sul cui coperchio si trovano la croce e lo stemma del Pontefice defunto.

Il significato del velo bianco sul volto del Papa

Un grande significato lo ha il velo di seta bianca messo sul volto di Francesco: si tratta di una valenza simbolica, dal valore spirituale e storico radicato nella tradizione della Chiesa cattolica.

Il velo simboleggia la transizione dalla vita terrena alla dimensione spirituale: il volto del Pontefice, infatti, viene sottratto alla vista dei vivi, i suoi occhi smettono di vedere la luce del mondo in attesa di vedere quella di Dio.

La presenza del velo sul volto, infine, richiama un’usanza comune nei secoli passati, quando i defunti venivano coperti per preservare la loro dignità.

Un rito più snello con una sola bara

Come voluto da Francesco, il rito è stato semplificato.

Prima di Bergoglio, infatti, il rito prevedeva che la cassa in legno di cipresso venisse legata nastri rossi sui quali venivano poi impressi i sigilli della Camera apostolica, della Prefettura, delle Celebrazioni e del Capitolo vaticano.

La prima bara a quel punto doveva poi essere calata in una seconda cassa zincata e infine in una terza di legno (in noce oppure in rovere) con gli stessi sigilli e, sopra, la croce e lo stemma del pontefice defunto

papa-francesco-rito-della-bara Fonte foto: IPA
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