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Femminicidio di Samia a Udine, il braccialetto elettronico non monitorava l'ex marito: arriva l'ammissione

Il braccialetto elettronico non funzionante tra le cause del femminicidio di Samia, uccisa a Udine dall’ex marito

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Mohamed Naceur Saadi si trovava agli arresti domiciliari con l’obbligo di braccialetto elettronico per una condanna per maltrattamenti e violenza sessuale aggravata. Eppure, aveva il permesso di uscire un paio d’ore e, in quel tempo, non era coperto dal braccialetto. Così è stata uccisa Samia Bent Rajab Kedim, 46enne di Udine, ennesima vittima italiana di femminicidio. A ucciderla l’ex marito che aveva già denunciato.

Il femminicidio di Samia Bent Rajab Kedim

Samia Bent Rejab Kedim aveva 47 anni, di nazionalità tunisina, viveva a Udine assieme ai tre figli: due ragazze maggiorenni e un maschio di minore età.

Samia è stata uccisa all’interno della sua abitazione, morta – si ipotizza – a causa delle ferite inferte da un’arma da taglio.

femminicidio a udineFonte foto: IPA
Agenti della polizia

I sospetti ricadono sull’ex marito Mohamed Naceur Saadi, 58 anni, che, nonostante il divorzio, continuava a imporre alla donna la propria autoritaria presenza.

Poco dopo aver presumibilmente commesso il femminicidio, l’uomo si è schiantato con la propria auto contro un’autocisterna, perdendo la vita.

Fino a Udine nonostante il braccialetto

Stando alle ricostruzioni, Mohamed Naceur Saadi sarebbe uscito dalla sua casa di Monfalcone e avrebbe preso un treno alle ore 9 del mattino.

Il condannato avrebbe approfittato delle due ore di libertà dagli arresti domiciliari regolarmente concessegli per le esigenze della vita quotidiana.

In quelle due ore, Saadi avrebbe raggiunto la città di Udine per poi recarsi presso l’appartamento abitato dall’ex moglie e dal figlio adolescente.

Dopo aver compiuto il crimine, l’uomo avrebbe chiuso la porta e sceso le scale e sembra che solo allora sia scattato l’allarme del braccialetto elettronico.

I carabinieri di Monfalcone hanno tempestivamente allertato la polizia, ma ormai il delitto, presumibilmente, era già compiuto.

L’ex marito già condannato

Mohamed Naceur Saadi era stato condannato a 5 anni e 4 mesi per maltrattamenti e violenza sessuale aggravata nei confronti dell’ex moglie.

In attesa di giudizio, dopo aver scontato un anno di carcerazione preventiva, si trovava agli arresti domiciliari.

Due volte a settimana, al martedì e al giovedì, aveva ricevuto il permesso di uscire di casa per due ore.

Il braccialetto elettronico, infatti, non impedisce al condannato di uscire dalla propria abitazione, purché non si oltrepassi il limite di 500 metri dai luoghi interdetti o da quelli in cui si trova la vittima del suo reato.

Il procuratore di Udine Massimo Lia ha spiegato che con quel tipo di braccialetto, “gli spostamenti di Saadi di quel tipo non erano coperti”.

femminicidio-samia Fonte foto: IPA / Facebook Samia Bent
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