Chi era Sergio Ramelli ucciso nel 1975, polemiche su commemorazione e intolazioni al militante di FdG
Le iniziative in memoria Sergio Ramelli per il cinquantesimo anniversario della sua morte stanno causando polemiche a Milano
Le iniziative in ricordo del 50esimo anniversario della morte del militante di estrema destra Sergio Ramelli, ucciso a Milano nel 1975, hanno causato diverse polemiche e hanno visto la partecipazione, diretta o indiretta, di diversi membri di spicco del Governo e della maggioranza.
Chi era Sergio Ramelli
Il 13 marzo del 1975, in pieni anni di piombo, lo studente di 18 anni Sergio Ramelli fu aggredito a Milano, da alcuni militanti di una formazione di estrema sinistra, Avanguardia operaia.
Ramelli era iscritto al Fronte della gioventù, sezione studentesca del Movimento sociale italiano, partito di estrema destra da cui deriva, attraverso il passaggio di Alleanza nazionale, Fratelli d’Italia.
Fonte foto: ANSA
Il 18enne morì il 29 aprile del 1975 in ospedale, a causa delle ferite riportate. I responsabili furono individuati 10 anni dopo, processati e condannati per omicidio volontario.
Le iniziative a Milano e le parole di Meloni
Per ricordare l’aggressione e la morte di Ramelli, per il 29 aprile sono state organizzate diverse iniziative a Milano, città natale del ragazzo.
Vi parteciperanno diversi membri di spicco del Governo, della maggioranza, con il presidente del Senato Ignazio La Russa, e delle istituzioni locali, tra cui anche il governatore Attilio Fontana e il sindaco di Milano Beppe Sala. “Tutti dovranno fare i conti con la morte di Ramelli” ha dichiarato in un intervento Giorgia Meloni.
In serata diverse formazioni extraparlamentari di estrema destra hanno organizzato una fiaccolata, che sta causando preoccupazione.
Le dichiarazioni di Santanché
La ministra del Turismo Daniela Santanché ha provato ad allontanare eventuali esternazioni neofasciste dei manifestanti dal suo partito, Fratelli d’Italia: “non appartengono al nostro movimento politico, non è certo il nostro elemento distintivo, niente di tutto questo può essere riconducibile a noi”, ha dichiarato.
“Oggi 38 città in Lombardia gli hanno dedicato uno spazio, Sergio Ramelli andava in giro con un quaderno e non con le armi” ha proseguito la ministra.
“Io mi auguro che non ricapitino più quegli episodi e che pur essendo Sergio Ramelli di una parte, oggi sia di tutti il superamento dell’odio. Difendere le idee di tutti senza ammazzare come è stato ammazzato a colpi di chiavi inglesi” ha poi concluso Santanché.
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