Omicidio Liliana Resinovich, il fratello Sergio si scaglia contro i periti della Procura: le accuse sull'esame
Il fratello di Liliana Resinovich denuncerà i periti della Procura che per primi hanno effettuato l'autopsia sul corpo della sorella: i motivi
“Errori, omissioni e contaminazione dei reperti”, per questo Sergio Resinovich, fratello di Liliana Resinovich, ha deciso di denunciare i “due consulenti della Procura” che per primi si occuparono dell’autopsia sul cadavere della sorella. L’uomo lo farà presso l’Ordine dei Medici affinché “non succeda mai più”. La morte della 63enne triestina, durante le prime fasi delle indagini, fu attribuita a un suicidio e lo scenario è cambiato radicalmente nel 2025 quando gli investigatori hanno apposto, sul fascicolo del caso, la parola “omicidio“.
- Sergio Resinovich denuncia due consulenti della Procura
- I coltelli nell'auto di Liliana Resinovich
- Sebastiano Visintin indagato
Sergio Resinovich denuncia due consulenti della Procura
Sergio Resinovich ha deciso di denunciare all’Ordine dei Medici i consulenti della Procura che si occuparono di effettuare il primo esame di Medicina Legale sul corpo di Liliana Resinovich, sua sorella.
A renderlo noto è lo stesso Resinovich in una nota inviata all’Ansa, nella quale parla di “troppi errori, omissioni, contaminazione dei reperti che hanno pregiudicato l’accertamento della verità”.
Fonte foto: ANSA
Ancora, Sergio Resinovich fa riferimento a “negligenze gravi ed inescusabili” per le quali chiede “censura e valutazione da parte dell’Ordine competente”.
“Mia sorella merita assoluto rispetto”, ha concluso l’uomo, da sempre in prima linea per chiedere la verità sulla morte di Liliana Resinovich.
I coltelli nell’auto di Liliana Resinovich
Nella puntata di Chi l’ha Visto? andata in onda mercoledì 16 aprile l’inviata Veronica Briganti, in collegamento da Trieste, ha fatto notare che all’interno della Fiat Panda un tempo di proprietà di Liliana Resinovich erano presenti dei coltelli. Il giorno 17 le telecamere di Mattino Cinque hanno raggiunto Sebastiano Visintin per chiedergli delucidazioni.
Il 73enne, appena rientrato dall’Austria dopo una breve vacanza, ha spiegato che quei coltelli sarebbero stati lasciati da “un signore che abita qua” il quale, probabilmente, li avrebbe messi personalmente all’interno dell’auto previo avviso. Visintin, ricordiamo, ha l’hobby della riparazione dei coltelli e anche la mattina del 14 dicembre 2021, quando la moglie scomparve, era impegnato con delle consegne per alcuni clienti.
“Tante persone me li lasciano qua perché non sono quasi mai a casa”, ha spiegato agli inviati Mediaset.
Sebastiano Visintin indagato
Venerdì 11 aprile in diretta dallo studio di Quarto Grado il giornalista Carmelo Abbate ha sganciato la bomba: Sebastiano Visintin è ora indagato per l’omicidio della moglie. Raggiunto dalle telecamere, Visintin si è detto “tranquillo” e ha supposto che potrebbe trattarsi di un “atto dovuto”.
L’indomani mattina, il giorno 12, Visintin è partito per l’Austria per trascorrere alcuni giorni con un gruppo di amici, una scelta che inizialmente era stata interpretata come una fuga ma sulla quale lo stesso 73enne ha subito fatto chiarezza. La sera del 15 aprile, infatti, l’uomo ha fatto ritorno a Trieste.
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