Manager Lg imputati per la morte di Eliana Rozio per l'incendio dal frigorifero, la reazione della sorella
Eliana Rozio morì nel 2020 per un incendio causato dal frigorifero LG: 2 manager a processo per omicidio colposo. L’elettrodomestico era in garanzia
Eliana Rozio, insegnante 46enne di Beinasco, in provincia di Torino, è morta nel 2020 per l’incendio causato dal suo frigorifero LG. La donna è stata intossicata e uccisa dai fumi tossici sprigionati dal guasto. Due manager del brand sono ora imputati per omicidio colposo. Il frigo, prodotto nel 2016, era ancora in garanzia al momento dell’incidente.
- Eliana Rozio, due manager LG a processo
- La battaglia della famiglia
- Il commento della sorella
- La possibile azione civile
Eliana Rozio, due manager LG a processo
La famiglia di Eliana Rozio ha avviato una battaglia legale contro la LG, multinazionale coreana attiva nel mercato degli elettrodomestici, per evitare che simili tragedie si ripetano.
Tra due giorni si terrà a Torino l’udienza preliminare nei confronti di due dirigenti della sede italiana di LG, entrambi cittadini sudcoreani, accusati di omicidio colposo, incendio colposo e violazione del Codice del Consumo del 2005.
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Eliana Rozio viveva a Beinasco, in provincia di Torino
Secondo il consulente tecnico, le esalazioni tossiche del frigorifero, fra le quali c’era anche acido cianidrico, furono così elevate da risultare immediatamente mortali.
La battaglia della famiglia
Il procedimento non è arrivato facilmente in aula. Inizialmente, la Procura aveva chiesto l’archiviazione del caso, e solo dopo la ferma opposizione dei legali della famiglia Rozio un giudice ha ordinato ulteriori approfondimenti.
Secondo i pubblici ministeri, all’interno del frigorifero era installata una scheda madre che non risultava adeguatamente isolata con materiali ignifughi dalla schiuma utilizzata per la coibentazione.
Le parti civili evidenziano inoltre la pericolosità della stessa schiuma, che avrebbe favorito una rapida propagazione dell’incendio, sprigionando gas altamente tossici in quantità superiori agli standard.
Il commento della sorella
A pochi giorni dall’udienza preliminare Tiziana Rozio, sorella della vittima, ha espresso a Repubblica la posizione della famiglia. “Quella sera il cuore dei miei genitori si è frantumato, il mio si è spezzato. La casualità non ha nulla a che vedere con quanto accaduto a Eliana” ha ricordato.
“La causa, in questo incidente, è stata lacerante perché c’è una responsabilità e come tale poteva essere evitata” ha aggiunto la sorella, ribadendo che la battaglia ha l’obiettivo di evitare che il dramma possa ripetersi. “Non si può morire per il malfunzionamento di un elettrodomestico: una vita è già troppa” ha affermato.
La possibile azione civile
Intanto, oltre al procedimento penale, è stata avviata anche un’azione civile. Il team legale della famiglia sta valutando la possibilità di un’azione inibitoria nei confronti dell’azienda. Il frigorifero coinvolto, prodotto in Polonia nel 2016 e ancora coperto da garanzia, apparteneva a una linea ormai fuori commercio.
Tuttavia resta ignoto quanti esemplari dello stesso modello siano ancora presenti nelle abitazioni in Italia e nel resto d’Europa. Il produttore, quindi, potrebbe essere costretto a informare i clienti e predisporre un richiamo.