Femminicidio Ilaria Sula, sospetti su altri familiari di Mark Samson: lo avrebbero aiutato dopo il delitto
Altri familiari di Mark Samson potrebbero averlo aiutato a liberarsi del cadavere di Ilaria Sula dopo il femminicidio: i nuovi sospetti
Giorno dopo giorno le dichiarazioni di Mark Samson si rivelano fallaci. Secondo gli inquirenti il 23enne sarebbe stato aiutato da altri familiari nella seconda fase del femminicidio di Ilaria Sula, quella relativa all’occultamento del cadavere della 22enne. Le indagini della Squadra Mobile non si fermano.
I sospetti su altri familiari di Mark Samson
Le indagini sono ancora in divenire. Secondo gli ultimi sviluppi riportati dal Corriere della Sera e Roma Today la Squadra Mobile, coordinata dall’aggiunto Giuseppe Cascini, avrebbe puntato i riflettori su altri familiari di Mark Samson che potrebbero essere stati presenti in via Homs dopo il femminicidio di Ilaria Sula.
Chi indaga si muove nella convinzione che Mark Samson non sarebbe stato in grado, in autonomia, di trasportare il trolley contenente il corpo della 22enne dall’abitazione all’auto e dall’auto al punto in cui è stato gettato nella scarpata sul monte Guadagnolo.
Fonte foto: ANSA
Negli ultimi giorni gli agenti della Questura sono tornati in via Homs, nel quartiere africano di Roma, per un nuovo sopralluogo. Dall’abitazione la Squadra Mobile ha portato via indumenti, un paio di scarpe e altri oggetti. Proprio nel paio di scarpe sequestrato dai poliziotti sarebbe stato rinvenuto un profilo genetico eterogeneo rispetto a quello di Mark Samson e dei genitori.
Ancora, un altro Dna sarebbe presente sulla valigia usata da Samson per conservare il corpo dell’ex fidanzata. Gli agenti stanno aspettando gli esiti degli esami condotti su questi reperti per estendere il cerchio delle indagini su eventuali complici del 23enne.
Le indagini sul femminicidio
Corriere della Sera scrive che una risposta potrebbe arrivare dall’esame tecnico sul cellulare del reo confesso che, ripetiamo, dopo aver abbandonato il corpo di Ilaria Sula alle porte di Roma ha usato il suo cellulare per cercare di depistare e per allontanare i sospetti.
Ancora, Samson avrebbe tentato di accedere al pc dell’ex fidanzata. Altre risposte potrebbero arrivare dalle telecamere di videosorveglianza presenti lungo il percorso seguito da Samson il pomeriggio del 26 marzo, quando intorno alle 18 ha raggiunto il monte Guadagnolo per lanciare la valigia in un dirupo nel territorio di Capranica Prenestina. Gli inquirenti sperano che le immagini mostrino chi fosse realmente presente all’interno dell’auto.
Le bugie del reo confesso
Come detto in apertura, i progressi nelle indagini dimostrano che la fallacia delle rivelazioni di Samson in sede di confessione. In prima battuta, ricordiamo, il 23enne aveva riferito di aver fatto tutto da solo mentre i genitori non erano in casa.
In seguito è venuto fuori che sua madre Nors Manlapaz era presente e lo avrebbe aiutato a ripulire il sangue dopo il delitto, che si è consumato nella camera da letto del ragazzo. Manlapaz lo ha confermato davanti agli inquirenti. Per questo si parla spesso di “bugie” che Mark Samson avrebbe usato per depistare.
Del resto, probabilmente proprio le sue menzogne avrebbero portato Ilaria Sula, a gennaio 2025, a interrompere la sua relazione con il 23enne che le avrebbe mentito sulla sua carriera universitaria. Bugie, ancora, che Mark Samson ha messo in atto dopo aver ucciso la 22enne, utilizzando il suo cellulare per rassicurare chi la cercava arrivando a postare storie Instagram dal profilo della vittima: “Sto bene, grazie a tutti”.
