Nuova strage in Ucraina, la Russia di Putin attacca Kiev mentre si tratta la pace: esplosioni, morti e feriti
Mentre le trattative per la pace arrancano, con Putin che avanza rivendicazioni territoriali e Zelensky che le rifiuta, la Russia continua a martellare l'Ucraina: pioggia di missili su Kiev
Nel giorno 1.155 della guerra fra Russia e Ucraina, continua la conta delle vittime con la notizia degli attacchi missilistici della scorsa notte su Kiev, che hanno causato almeno 9 morti e dai 63 ai 70 feriti. Le trattative per la pace vedono l’ennesimo tira e molla, con il “mediatore” Trump che sposa in toto le posizioni di Putin.
- Attacco su Kiev
- L'attacco del ministro degli Esteri ucraino
- La mediazione di Trump e il nodo della Crimea
Attacco su Kiev
Attorno all’una di notte (ora locale), Kiev è stata colpita da una serie di esplosioni. Il bilancio provvisorio dell’attacco russo sulla capitale ucraina è di 9 morti e fino a una settantina di feriti, fra cui 6 bambini e una donna incinta, come riporta Ukrinform.
I russi hanno utilizzato droni e missili balistici, secondo quanto dichiarato dall’amministrazione militare di Kiev.
Fonte foto: ANSA
Soccorritori ucraini al lavoro a Kiev fra le macerie di un edificio colpito da un razzo russo
I soccorsi sono andati avanti fino a questa mattina, per recuperare i corpi sotto le macerie. Incendi sono stati segnalati in diversi edifici, come ha fatto sapere Tymur Tkachenko, capo dell’amministrazione militare della città. L’attacco ha colpito almeno quattro quartieri di Kiev.
L’attacco del ministro degli Esteri ucraino
“Putin dimostra con le sue azioni, non con le parole, di non rispettare alcuno sforzo di pace e di voler solo continuare la guerra. La debolezza e le concessioni non fermeranno il suo terrore e la sua aggressione. Solo la forza e la pressione lo faranno”. Così ha scritto sui social il ministro degli Esteri ucraino, Andrii Sybiha. “L’ostacolo alla pace è la Russia, non l’Ucraina”, ha aggiunto.
La mediazione di Trump e il nodo della Crimea
Quella che viene definita “mediazione”, in realtà appare più come il tentativo del presidente americano Donald Trump di convincere Zelensky a dichiarare la resa, inginocchiandosi di fronte alle pretese russe.
Nella visione di Trump, poiché gli ucraini non hanno la forza per vincere la guerra, continuare a combattere significherebbe soltanto provocare ulteriori morti, rinviando un’inevitabile resa. Zelensky, per dirla alla Trump, sta solo “prolungando lo sterminio” del suo popolo.
Secondo Trump, il leader ucraino ostacolerebbe i negoziati di pace insistendo nel rifiutare il riconoscimento dell’occupazione russa della Crimea.
