Furti catalizzatore, numeri in crescita: cosa c'è dietro il boom e quali sono i modelli di auto più a rischio
Negli ultimi mesi la polizia ha fermato malintenzionati a Napoli, Torino, Milano e non solo. I numeri di un fenomeno che non conosce confini
Di fenomeni iniziati con la pandemia se ne sono visti diversi, alcuni dei quali, tra l’altro, hanno rappresentato trend tutt’oggi sostenuti. Un caso esemplare è quello delle criptovalute, il cui segmento di mercato è esploso proprio durante i mesi di lockdown e tutt’oggi rappresenta un presunto El Dorado che, con le sue rapide fluttuazioni, distrugge e crea ricchezze (ma a fare notizia sono soprattutto le prime).
Nel mondo delle cose concrete invece, un fenomeno in grande ascesa è quello riguardante i furti dei catalizzatori. Alcuni dati provengono dagli Stati Uniti, dove il National Insurance Crime Bureau (NICB) – un’organizzazione nordamericana non profit per il settore assicurativo – ha stimato che “ci sono stati in media 108 furti mensili di catalizzatori nel 2018, 282 nel 2019 e 1.203 nel 2020”. In particolare, nel 2020 la curva ha conosciuto una continua ascesa, a partire dai valori minimi su base annuale di gennaio (652 furti), fino al record di dicembre (2.347 furti).
Insomma sembra che anche la microcriminalità viva i suoi fenomeni del momento. Fenomeni che tra l’altro sono sovranazionali, perché i furti di catalizzatori aumentano non soltanto negli USA, ma anche in Francia, Spagna, Londra (qui, in particolare, nel 2019 i reati di questo tipo sono aumentati del 70%) e, per venire a noi, in tutta Italia, da Nord a Sud. Ma cosa c’è dietro le cifre in crescita e quanto devono essere preoccupati i guidatori?
Che cos’è il catalizzatore delle auto e cosa c’è dentro il convertitore catalitico
Catalizzatore auto o convertitore catalitico: si tratta in effetti di sinonimi per indicare il dispositivo conosciuto anche come marmitta catalitica. Viene montato sull’impianto di scarico di un motore a combustione interna e serve ad abbattere le emissioni di gas di scarico nocivo del motore tramite una completa ossidazione e riduzione. Tra le altre cose, rende i motori più silenziosi.
Esternamente appare come un rigonfiamento del collettore di scarico, all’interno del quale sono presenti gli elementi che costituiscono il dispositivo: un corpo di ceramica oppure di metallo con tantissimi canali di piccole dimensioni, interstizi attraverso i quali passa il gas di scarico. Il corpo viene rivestito da uno strato aggrappante e da un metallo nobile come rodio, palladio, o platino.
Furti di catalizzatore auto, fenomeno in crescita: i casi di Napoli, Roma, Torino e Milano
A Napoli i furti di catalizzatore d’auto sono sempre più frequenti e a volte assumono i contorni di una tragedia il cui protagonista è il ladro stesso: il 20 novembre 2021 il proprietario di una Volkswagen Polo ha trovato il corpo senza vita di un uomo di 45 anni schiacciato dal peso della propria automobile. Stando alla ricostruzione degli investigatori, la vittima avrebbe perso la vita nel tentativo di rubare la marmitta della vettura. Il crick infatti sarebbe improvvisamente ceduto lasciando l’uomo senza scampo.
A ottobre le forze dell’ordine della Capitale hanno arrestato quattro ladri di marmitte sorpresi in flagranza di reato, mentre provavano a smontare la marmitta di alcune auto ferme nella periferia est di Roma e al Nomentano.
Il Nord Italia non è esente dal fenomeno, tanto che si parla di “emergenza” anche a Torino, con episodi registrati a maggio fuori e dentro il deposito giudiziario di auto e in via Rossetti.
A Milano le cronache più recenti risalgono appena a ottobre, quando alcuni passanti hanno segnalato alla polizia alcuni uomini che, in via Monti Lepini, nel quartiere di Calvairate, stavano tentando di smontare la marmitta di una Toyota Prius, con tanto di complice a fare da “palo”. I tre sono stati raggiunti e arrestati dalla polizia, che li ha trovati in possesso di una strumentazione da specialisti tale da consentire di operare rapidamente e con efficienza.
I fatti di cronaca elencati a titolo puramente esemplificativo risalgono tutti agli ultimi mesi e sono il riflesso sulle pagine della cronaca di un fenomeno in ascesa, perché evidentemente remunerativo. Si può inoltre leggere tra le righe un vero e proprio modus operandi: piccoli gruppi di uomini, a volte, dei quali uno è designato a svolgere un ruolo di sorveglianza e avvistamento.
A proposito di profitti, di quali cifre stiamo parlando?
Perché i ladri rubano le marmitte e quanto guadagnano sul mercato nero
Non è molto difficile capire perché ai ladri interessa tutto a un tratto il catalizzatore delle automobili, soprattutto dopo aver letto, nel paragrafo sulle componenti, del rivestimento in metalli nobili. La risposta va quindi cercata ad esempio nel palladio, a sua volta composto da platino e nichel, il cui valore al grammo può raggiungere e superare i 65 euro. Più preziosi ancora il rodio e il platino, ai quali si ricorre per il rivestimento del corpo contenente i centinaia di canali per il filtraggio dei gas di scarico.
L’operazione di sottrazione del catalizzatore è relativamente facile. Il metodo più collaudato necessita di solito di tre persone: una fa da palo, le altre due “strappano”, più che smontano, il prezioso componente, causando quindi ulteriori danni alla vettura del malcapitato. Il pezzo sarà poi rivenduto sul mercato nero, accessibile ai ladri tramite canali social, per un prezzo in media non inferiore ai 100 euro. Ma in alcuni casi un solo furto arriva a fruttare anche 400 euro.
Quali modelli di auto sono più a rischio perché interessano ai ladri di marmitte
I modelli più “appetibili” sono i veicoli Euro 4. Euro 5 ed Euro 6, in particolare nel mirino dei ladri sono finiti Suv e Smart.
Furto di catalizzatore, cosa fare e come difendersi: il caso del tracciamento di Toyota
A Londra, dove nel 2019 i furti di catalizzatori sono aumentati del 70%, la filiale di Toyota ha deciso di contrassegnare oltre 100mila autovetture. Si è trattato di un investimento pari a 1,15 milioni di euro, ma che consente ai possessori di Toyota o di Lexus di contattare il centro assistenza e rintracciare il proprio pezzo in caso di indebita sottrazione.
I dettagli naturalmente non sono molti ma sembra che l’architettura che consente il tracciamento sia invisibile e sviluppata da Smartwater, che opera con la polizia nella produzione di sistemi di marchiatura. Grazie al brevetto quindi sarà possibile intervenire contro i malfattori sia per indebita sottrazione, sia per ricettazione e riciclaggio.
Il servizio è gratuito. Toyota ha anche avviato la produzione dello specifico componente (il cui costo per la sostituzione può arrivare anche a 2mila euro) che sarà immesso sul mercato a profitto zero per il fornitore.
