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Papa Francesco, l'omaggio del mondo arabo e il gelo di quello ebraico per cui è stato "problematico"

Papa Francesco salutato dall'Egitto all'Iran, mentre il mondo ebraico non gli perdona le parole sulla guerra a Gaza e le "azioni immorali di Israele"

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Messaggi, preghiere e pensieri per Papa Francesco sono arrivati da tutto il mondo. È arrivato il cordoglio del mondo arabo ma anche il gelo da parte di Benjamin Netanyahu, da parte del quale c’è stato, fin qui, solo silenzio sul Pontefice. “È stato un Papa estremamente problematico per il mondo ebraico“,  ha detto Alexander Meloni, rabbino capo della comunità ebraica di Trieste.

L’omaggio del mondo arabo

Il Papa che per primo in duemila anni di cristianità ha celebrato messa in Medio Oriente, nel 2019 a Abu Dhabi, nel giorno della sua morte ha ricevuto l’omaggio dei leader di tutti i Paesi musulmani della regione.

Dal presidente egiziano Sisi al re di Giordania Abdallah, dal presidente degli Emirati Zayed al sovrano di Dubai Al Maktoum.

Papa Francesco Abu MazenFonte foto: ANSA

Papa Francesco con Abu Mazen, presidente dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina

Unanime il riconoscimento dunque a Bergoglio, capace di essere stato un “uomo di pace, promotore dei principi di convivenza e comprensione”.

Papa Francesco: “A Gaza situazione ignobile”

Anche le ultime parole pronunciate da Bergoglio in pubblico avevano ricordato quella che il Pontefice ha definito “una situazione ignobile” dal punto di vista umanitario a Gaza.

Il presidente dell’autorità palestinese Abu Mazen lo ha definito un “amico fedele del popolo palestinese”, ricordando che “ha riconosciuto lo Stato e autorizzato l’esposizione della sua bandiera in Vaticano”.

Il presidente dell’Iran Masoud Pezeshkian ha voluto sottolineare che il pontefice “ha condannato la guerra genocida del regime israeliano a Gaza”.

L’organizzazione terroristica Hamas si è unita al cordoglio, affermando che “Francesco era un difensore dei diritti del popolo palestinese nella sua ferma posizione contro la guerra e gli atti di genocidio perpetrati contro la popolazione di Gaza”. In serata anche la piccola comunità cristiana della Striscia si è riunita in preghiera per Francesco.

Il silenzio di Netanyahu

Mentre ancora a fine giornata nessun messaggio era arrivato dal governo d’Israele né dal suo premier Benyamin Netanyahu.

Assordante il silenzio del premier israeliano, che evidentemente non perdona al Santo Padre di aver costantemente fatto notizia negli ultimi 18 mesi con i suoi commenti sulla guerra a Gaza in difesa dei palestinesi.

“È stato un Papa estremamente problematico per il mondo ebraico. E’ un Papa che ha risvegliato certe estensioni nel rapporto tra ebraismo e cristianesimo di cui abbiamo risentito molto, soprattutto dopo il 7 ottobre, nelle sue prese di posizione”, ha detto tuttavia Alexander Meloni, rabbino capo della comunità ebraica di Trieste.

“Problematico per il mondo ebraico”

Francesco ha più volte definito le azioni di Israele “immorali”, facendo poi un ulteriore passo avanti con la richiesta di un’indagine per verificare se la campagna dell’esercito nella Striscia costituisca genocidio.

Proprio il giorno prima di morire, nell’Urbi et Orbi, il pontefice ha descritto “il terribile conflitto (a Gaza) che continua a generare morte e distruzione e a provocare una drammatica e ignobile situazione umanitaria”.

In Medio Oriente, infine, si sono naturalmente stretti alla Chiesa di Roma quei Paesi che contano numerose comunità cristiane, primo fra tutti il Libano, unico Stato del mondo arabo ad avere un presidente cristiano-maronita, Joseph Aoun.

netanyahu-papa-mondo-arabo Fonte foto: ANSA
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