Oscar 2025 come Sanremo, Hollywood tiene fuori la politica e Donald Trump: i sospetti sulle star e l'Academy
Oscar 2025, le star temono Donald Trump? Cerimonia impermeabile al mondo esterno: il paragone con il Sanremo di Carlo Conti
Chi si aspettava che la notte degli Oscar 2025 si innervasse di critiche contro le politiche ‘spericolate’ di Donald Trump è rimasto deluso. Lo star system a stelle e strisce, storicamente più vicino alle posizioni democratiche, è stato piuttosto silenzioso sui temi ‘spinosi’. Eppure negli ultimi giorni è successo di tutto: Zelensky ha litigato in mondovisione con il presidente Usa, l’Europa rischia di sola al fianco dell’Ucraina, Israele ha sospeso gli aiuti a Gaza mentre Hamas ha respinto il piano di tregua Usa. Di tutto ciò, salvo qualche rara eccezione, nessuno ha parlato durante la cerimonia cinematografica più prestigiosa del mondo.
- Oscar 2025: le star temono Donald Trump?
- Gli sporadici appelli di attori e attrici su Ucraina e immigrazione
- Oscar 2025 come il Sanremo 'contiano'
Oscar 2025: le star temono Donald Trump?
La sensazione è che chi ha organizzato gli Oscar 2025 e chi vi ha presenziato abbia voluto quasi ‘estraniarsi’ dal mondo esterno. Si potrebbe azzardare un paragone con ciò che si è visto al Festival di Sanremo di poche settimane fa: sul palco guai a parlare di temi politici e sociali, spazio soltanto al puro intrattenimento non agganciato all’attualità.
Il sospetto è che molte delle star facenti parte della comunità di Hollywood, tanto agguerrite in campagna elettorale contro Trump, ora che quest’ultimo è stato eletto e governa il Paese più potente del mondo abbiano preferito non alzare troppo la voce. Da capire se per timore o se perché si sono accorti che i loro appelli contro Trump hanno ottenuto l’esito contrario rispetto a quello sperato. Infatti il tycoon ha trionfato a mani basse contro Kamala Harris, nonostante molti divi abbiano criticato aspramente l’imprenditore prima della sua elezione.
Fonte foto: ANSA
Anche in questo si può azzardare un parallelo con l’Italia. Giorgia Meloni è stata più volte criticata da buona parte dello star system del Bel Paese, eppure i suoi consensi non ne hanno in alcun modo risentito. Anzi Fratelli d’Italia continua a volare nei sondaggi.
Gli sporadici appelli di attori e attrici su Ucraina e immigrazione
Tornando alla notte degli Oscar, qualche cenno ai temi legati all’attualità è arrivato da Adrien Brody. L’attore, nel ritirare il premio come miglior attore protagonista di The Brutalist (film su un sopravvissuto all’Olocausto), ha invitato a riflettere sul trauma provocato dalla guerra, dall’oppressione e dall’antisemitismo.
Qualche parola dedicata al tema dell’immigrazione è stata scandita dalla miglior attrice non protagonista Zoe Saldaña che ha sottolineato di essere “la figlia orgogliosa di genitori immigrati”.
“Slava Ukraine”, ossia “gloria all’Ucraina” ha chiosato Daryl Hannah nel presentare il premio per il miglior montaggio. Qua e là si sono viste anche spille pro-Palestina e coccarde giallo-blu pro-Ucraina.
Oscar 2025 come il Sanremo ‘contiano’
In realtà, c’è stato un momento in cui Hollywood ha messo il naso all’esterno: quando è stato assegnato il premio al miglior documentario. Ha vinto No Other Land, un reportage diretto da due palestinesi e due israeliani che narra in modo crudo e brutale i tentativi dell’esercito israeliano di distruggere le abitazioni di una comunità palestinese nel West Bank, Masafer Yatta.
“Sono diventato padre due mesi fa e la mia speranza è che mia figlia non debba vivere la mia stessa vita di oggi, avendo sempre paura dei coloni, della violenza, delle demolizioni e degli sfollamenti forzati”. Così il regista palestinese Basel Adra sul palco.
Gli ha fatto eco il collega israeliano Yuval Abraham: “Quando guardo Basel vedo mio fratello, ma noi non siamo eguali”. Il riferimento è stato alla propria libertà di movimento che è diversa rispetto a quella del collega. “Abbiamo fatto questo film, palestinesi e israeliani, perché insieme le nostre voci sono più forti”, ha concluso Abraham.
Per il resto della serata non c’è stato più alcun riferimento o critica ai temi che stanno destando preoccupazione in tutto il globo; è come se la società di Hollywood avesse preferito chiudersi in una bolla impermeabile al mondo esterno. Un po’ come il Sanremo ‘contiano’.
