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Pkk verso lo scioglimento in Turchia, perché il leader curdo Ocalan ha chiesto di "deporre le armi"

Lo storico leader del Pkk, Ocalan, ha fatto un annuncio dal carcere che potrebbe porre fine a un conflitto che dura da oltre quattro decenni

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Abdullah Ocalan, leader del Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk) ha chiesto ai membri del gruppo di deporre le armi e sciogliere definitivamente l’organizzazione dopo 40 anni di rivolta contro lo Stato turco. È un annuncio storico, “un appello di cui mi prendo tutte le responsabilità”, per usare parole dello stesso Ocalan, in carcere dal 1999. Un appello che, potenzialmente, potrebbe porre fine a un conflitto che dura da oltre quattro decenni e che ha provocato migliaia di vittime.

L’appello di Ocalan dal carcere

Ocalan, 75 anni, sta scontando l’ergastolo sull’isola di Imrali, nel mare di Marmara, a sud di Istanbul. E proprio in carcere ha incontrato i politici del Partito per la libertà e la democrazia del popolo (Dem) filo-curdo, il terzo partito più rappresentato nel Parlamento turco.

Il gruppo armato curdo, fondato da Ocalan in persona nel 1978, è coinvolto in un conflitto con lo Stato turco dal 1984. Per questo l’annuncio, letto dai Dem filo-curdi che gli hanno fatto visita in cella, durante una conferenza stampa a Istanbul, suona come qualcosa di epocale.

Ocalan e politici DemFonte foto: ANSA

I politici del partito filo-turco Dem riportano a Istanbul l’appello di Ocalan

Secondo Ocalan, infatti, il gruppo “ha completato la sua vita come le sue controparti e ha reso necessario il suo scioglimento”.

“Nel corso della storia che supera i 1.000 anni, turchi e curdi hanno sempre ritenuto necessario rimanere in un’alleanza, con un aspetto prevalentemente volontario, per mantenere la loro esistenza e sopravvivere contro i poteri egemonici”, si legge nel messaggio di Ocalan.

Ocalan ha poi aggiunto: “Invito a deporre le armi e ad assumermi la responsabilità storica di questo appello, in questo clima creato dall’appello fatto da Devlet Bahçeli (leader del Partito del Movimento Nazionalista), dalla volontà dimostrata dal Presidente (Recep Tayyip Erdogan) e dagli approcci positivi di altri partiti politici verso l’appello noto”.

La leadership del Pkk ascolterà l’appello di Ocalan?

Ocalan, condannato per tradimento, nonostante la sua incarcerazione, ha sempre continuato a esercitare una notevole influenza sul PKK. Per questo, ora, l’aspettativa di tutti è che la leadership del gruppo ascolti qualsiasi appello a deporre le armi, anche se alcune fazioni all’interno del gruppo potrebbero opporre resistenza.

Il PKK ha guidato un’insurrezione nel sud-est della Turchia a partire dal 1984. Il gruppo è considerato un’organizzazione terroristica dalla Turchia e dai suoi alleati occidentali. L’incontro in carcere tra Ocalan e i deputati del Dem viene letto come parte dei rinnovati sforzi di pace tra Ankara e il gruppo curdo bandito. L’ultimo tentativo, fallito, risaliva al 2015.

I curdi e la “lotta per la democrazia”

Un autorevole commento all’appello di Ocalan, è quello di  Gultan Kisanak, importante figura dei partiti filo-curdi in Turchia, giornalista e politica curda di 63 anni che è stata eletta, nel 2014, sindaca di Diyarbakir, la più grande città a maggioranza curda nel sud est della Turchia: “La lotta per la democrazia è difficile e dolorosa, richiede fatica, è un processo che richiede coraggio”.

“Ocalan ha detto che dobbiamo risolvere i problemi all’interno del sistema democratico, per questo vedo il futuro come un periodo di responsabilità“, ha aggiunto. Arrestata con l’accusa di essere parte del Pkk,Gultan Kisanak era stata condannata a 12 anni di carcere e rilasciata nel 2024.

Abdullah Ocalan Fonte foto: ANSA
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