La pazza giornata di Trump dagli insulti da bullo alla sospensione dei dazi: il motivo della retromarcia
Trump e la sospensione dazi: perché il presidente Usa è passato dagli insulti ai leader esteri alla clamorosa retromarcia
Donald Trump, innanzi ai mercati impazziti, ha deciso per la sospensione dei dazi. Tra gli esclusi la Cina. Il tycoon ha dovuto fare un’inversione a U, di fatto rimangiandosi quasi tutto ciò che aveva sostenuto nei giorni precedenti, ossia che le tariffe avrebbero fatto il bene dell’America. A quanto pare non aveva le idee chiarissime. E, a quanto pare, alla fine ha dovuto fare inevitabilmente dietrofront davanti all’evidenza, ossia davanti allo spettro di una gravi crisi economica mondiale che avrebbe investito anche gli Usa.
- Trump e la sospensione dazi: perché il tycoon ha fatto dietrofront
- Le reazioni disastrose dei mercati, Trump in un vicolo cieco
- Segretario al Tesoro: "Trump? C'è voluto coraggio per farlo restare sulla retta via"
- Il dietrofront sulla Cina
- La versione di Trump sulla sospensione
Trump e la sospensione dazi: perché il tycoon ha fatto dietrofront
Il tycoon, nel giro di una manciata di ore, ha fatto e disfatto. Dopo le dichiarazioni da bullo simili a insulti, quelle in cui raccontava di presunti leader esteri pronti a “baciargli il c***” per strappare un accordo sui dazi, ha sospeso per tre mesi le tariffe da lui stesso annunciate.
“So quello che faccio”, è andato ripetendo. Pare invece che non fosse totalmente consapevole delle conseguenze delle sue azioni visto che si è poi ritrovato a bloccare il suo piano economico.
Fonte foto: ANSA
Donald Trump
D’altra parte Trump ha trovato resistenze non solo nell’opposizione, ma anche in casa sua. Infatti, persino i repubblicani, incrollabilmente leali su altre questioni, hanno palesato inquietudine. Diversi senatori hanno firmato un disegno di legge bipartisan che obbligherebbe i presidenti a giustificare i nuovi dazi al Congresso.
Don Bacon del Nebraska ha dichiarato che presenterà una versione del disegno di legge alla Camera, affermando che il Congresso deve ripristinare i suoi poteri in materia di dazi.
Le reazioni disastrose dei mercati, Trump in un vicolo cieco
A far cambiare rotta a Trump sembra che siano state le reazioni disastrose dei mercati globali, soprattutto l’enorme perturbazione dei titoli del Tesoro statunitensi, che il governo americano usa per finanziarsi.
L’annuncio dei dazi “reciproci” ha scatenato il caos finanziario. Come spiega John Cassidy sul New Yorker, ciò che ha davvero spaventato gli analisti finanziari e lo stesso Trump, che si è ritrovato in un vicolo cieco, è stata la turbolenza sul mercato obbligazionario, dove i rendimenti sono aumentati vertiginosamente lunedì e martedì.
Un forte aumento improvviso dei rendimenti obbligazionari equivale a un forte calo improvviso dei prezzi delle obbligazioni, il che può essere un segnale che alcuni istituti finanziari sono in difficoltà e costretti a vendere a qualsiasi prezzo.
Martedì, sono emerse notizie secondo cui la radice di questo problema potrebbe essere il “basis trading“, un processo in cui gli hedge fund prendono in prestito enormi quantità di denaro per trarre profitto dalle minime differenze di prezzo tra i titoli del Tesoro e i titoli derivati, contratti pensati per replicare la performance di questi stessi titoli.
Quando i prezzi delle obbligazioni si muovono inaspettatamente, i basis trader possono subire ingenti perdite ed essere costretti a raccogliere liquidità vendendo parte del loro portafoglio. E questa svendita, a sua volta, spinge i prezzi ancora più in basso.
Segretario al Tesoro: “Trump? C’è voluto coraggio per farlo restare sulla retta via”
Non è del tutto chiaro se questa sia stata la vera causa dell’aumento dei rendimenti sul mercato obbligazionario, ma nelle scorse ore Lawrence Summers, ex Segretario al Tesoro, ha avvertito che “gli sviluppi delle ultime 24 ore suggeriscono che potremmo essere diretti verso una grave crisi finanziaria interamente indotta dalla politica tariffaria del governo statunitense”.
L’attuale Segretario al Tesoro, Scott Bessent, egli stesso ex gestore di hedge fund, inizialmente ha ignorato la minaccia. Ma mercoledì pomeriggio ha iniziato a lasciar intendere che il crollo dei mercati non era affatto una questione da sottovalutare.
Riferendosi a Trump, ha detto: “Ci è voluto un grande coraggio… per farlo restare sulla retta via”. Alla fine, i mercati hanno costretto il tycoon a fare una clamorosa retromarcia.
Il dietrofront sulla Cina
Persino su Xi Jinping, Donald Trump ha cambiato il tiro dichiarando che “è un mio amico. Mi piace. Il presidente Xi, mi piace, lo rispetto. Ma non hanno trattato bene il nostro Paese. Certo, lo incontrerei“.
La versione di Trump sulla sospensione
Donald Trump ha dichiarato alla stampa di aver “scritto con il cuore” il post su Truth con cui ha annunciato la sospensione per 90 giorni dei dazi: “Penso sia stato anche scritto bene. Non vogliamo danneggiare Paesi che non ne hanno bisogno, e tutti vogliono negoziare. L’unico problema è che si possono fare solo un certo numero di cose contemporaneamente. Era sicuramente una cosa di cui parlavamo da tempo e abbiamo deciso di premere il grilletto oggi, e ne siamo felici”.
Questo il post a cui ha fatto riferimento: “A fronte della mancanza di rispetto dimostrata dalla Cina nei confronti dei mercati mondiali, aumento i dazi applicati alla Cina dagli Stati Uniti al 125%, con effetto immediato. A un certo punto, auspicabilmente nel prossimo futuro, la Cina capirà che i tempi in cui si continuava a derubare gli Stati Uniti e altri Paesi non sono più sostenibili né accettabili Alla luce del fatto che più di 75 paesi hanno contattato rappresentanti degli Stati Uniti, tra cui i Dipartimenti del Commercio, del Tesoro e l’USTR (Rappresentante per il Commercio degli Stati Uniti d’America, ndr), per negoziare una soluzione alle questioni in discussione relative a commercio, barriere commerciali, dazi, manipolazione valutaria e tariffe non monetarie, e che questi Paesi, su mio forte suggerimento, non hanno in alcun modo attuato ritorsioni contro gli Stati Uniti, ho autorizzato una PAUSA di 90 giorni e dazi reciproci sostanzialmente ridotti del 10% durante questo periodo, anch’essa con effetto immediato”.
Nel frattempo, si ipotizza una accusa a Trump per insider trading.
