Chi è James Polk, il presidente che ispira Donald Trump che ha voluto il suo ritratto nello Studio Ovale
Perché il repubblicano Donald Trump ha una profonda ammirazione per l'11esimo presidente, il repubblicano James Polk morto a metà del XIX secolo
A ciascuno il suo mito: Donald Trump ha reso noto di avere un’ammirazione profonda per James Polk, undicesimo presidente degli Stati Uniti in carica dal 1845 al 1849, che mise in atto un’aggressiva politica espansionistica inclusa l’annessione del Texas, l’acquisizione dell’Oregon e la vittoria nella guerra messicano-americana. Polk, però, era democratico e non repubblicano. Ed era contrario ai dazi.
Ritratto di James Polk dietro Donald Trump
Donald Trump ha voluto il ritratto a olio di James Polk dietro la sua poltrona nello Studio Ovale. Il volto dell’undicesimo presidente va così a prendere il posto di Thomas Jefferson, il terzo presidente autore della Dichiarazione di Indipendenza.
James Polk è ricordato per avere realizzato la più grande espansione territoriale degli Stati Uniti.
Fonte foto: IPA
Donald Trump
A Nord, Polk minacciò di fare guerra al Regno Unito, rivendicando agli Usa tutto il territorio fino al 54esimo parallelo. Alla fine si fermò al 49esimo, annettendo l’Oregon.
A Sud-Ovest, Polk invece aggiunse il Texas al territorio statunitense, andando in guerra con il Messico che non accettava l’annessione. Alla fine le truppe Usa occuparono Città del Messico. Il Texas venne annesso con un negoziato. E vennero annessi anche California, Arizona, New Mexico, Nevada e Utah, fra gli altri.
Trump come Polk
Il ritratto di Polk alle sue spalle è di fatto un manifesto politico: Trump vuole strappare la Groenlandia alla Danimarca e vuole anche il Canale di Panama. Se non ci riuscirà con la diplomazia, ha assicurato, potrebbe anche valutare l’intervento armato.
Ma Trump punta anche ad occupare commercialmente Gaza, mandando architetti americani per trasformarla in una riviera turistica.
Musica per le orecchie del russo Vladimir Putin che mira ad espandersi in Ucraina, ma anche per quelle del cinese Xi Jinping che punta a Taiwan. Le mire espansionistiche del capo della più grande democrazia al mondo giustificano, nei fatti, quelle delle dittature.
James Polk e i dazi
Il repubblicano Donald Trump idolatra il democratico James Polk il quale, però, sul fronte dei dazi la pensava in maniera diametralmente opposta rispetto all’attuale inquilino della Casa Bianca.
Polk era contrario ai dazi protettivi. Nel 1846, promosse il Walker Tariff, una legge che riduceva le tariffe dal 32% al 25%. Questa riduzione coincise con l’abrogazione delle Corn Laws in Gran Bretagna, portando a un aumento nei traffici commerciali.
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