,,

Papa Francesco al Gemelli con l'infezione polimicrobica, intervista a Massimo Ciccozzi: "Da non sottovalutare"

L’epidemiologo Massimo Ciccozzi sul ricovero di Papa Francesco al Gemelli: “L’infezione polimicrobica non è da sottovalutare, soprattutto in un anziano"

Pubblicato:

Papa Francesco è ricoverato al Policlinico Gemelli di Roma. “Il suo umore è buono”, ha fatto sapere il portavoce della Sala Stampa vaticana, Matteo Bruni, spiegando che il Pontefice ha trascorso una notte tranquilla, la terza in ospedale, riposando “bene”, “facendo colazione come nei giorni precedenti” e dedicandosi pure alla lettura di alcuni quotidiani. Bruni ha anche aggiunto che “proseguono naturalmente le terapie”, ma ha anche spiegato qual è il motivo del ricovero: un’infezione polimicrobica. Cos’è, come si cura e quali sono i rischi nei pazienti più anziani: l’intervista dell’epidemiologo Massimo Ciccozzi, docente di biologia molecolare dell’Università Campus Biomedico di Roma, a Virgilio Notizie.

Perché Papa Francesco è ricoverato al Gemelli

Papa Francesco è ricoverato al Policlinico Gemelli di Roma da venerdì 14 febbraio, dove era arrivato per gli effetti di una bronchite.

A distanza di qualche giorno, il Vaticano ha rilasciato una nota sulle sue condizioni di salute:

“I risultati degli accertamenti effettuati nei giorni scorsi e nella giornata odierna hanno dimostrato una infezione polimicrobica delle vie respiratorie che ha determinato una ulteriore modifica della terapia. Tutti gli accertamenti effettuati sino ad oggi sono indicativi di un quadro clinico complesso che richiederà una degenza ospedaliera adeguata”.

Per ora il Pontefice rimane quindi “sotto il controllo ospedaliero” e in una condizione di “riposo assoluto”.

Domenica 16 febbraio non ha partecipato all’Angelus e lunedì 17 febbraio non ha potuto visitare Cinecittà nell’ambito del programma del Giubileo delle arti.

Anche l’udienza generale di mercoledì prossimo, 19 febbraio, è stata annullata.

C0s’è l’infezione polimicrobica

L’epidemiologo Massimo Ciccozzi, ai microfoni di Virgilio Notizie, ha spiegato che l’infezione polimicrobica “è una condizione causata dalla presenza di almeno due o più microrganismi patogeni, che possono essere batteri, virus o a volte anche funghi. Nel caso di virus o batteri, nello specifico, la loro presenza in contemporanea li porta a interagire e quindi anche ad aumentare la loro virulenza. Il trattamento, perciò, è più complicato”.

massimo ciccozzi papa francescoFonte foto: ANSA
Massimo Ciccozzi

L’intervista a Massimo Ciccozzi

Potrebbe essere questo il motivo per cui è stata cambiata la terapia anche nel caso di Papa Francesco?

“Sì, perché nel caso di una infezione polimicrobica da batteri, per esempio, può non essere chiaro quali siano i batteri responsabili quindi può essere difficile individuare l’antibiotico specifico e adatto. In questo caso in genere se ne dà uno ad ampio spettro, ma il rischio è che sia poco efficace, oppure un cocktail di antibiotici, sperando che i batteri responsabili dell’infezione siano sensibili a uno degli antibiotici selezionati”.

Quali possono essere le cause che portano a questo tipo di infezione?

“Per esempio una polmonite può essere spesso associata a una infezione polimicrobica, sia dovuta a virus che a batteri. Oppure, una condizione molto frequente, è una brocopneumopatia cronica ostruttiva o BPCO. Si può incontrare in pazienti ex fumatori o per altri motivi, che può riacutizzarsi a causa di una infezione virale, che sia influenza o Covid. È per questo che il vaccino antinfluenzale è raccomandato ai malati cronici, così come agli oncologici, trapiantati o sieropositivi, specie dopo i 70 anni”.

Che conseguenze può causare in una persona anziana, come il Papa che ha 88 anni?

“Una problematica come la BPCO, specie in concomitanza con una infezione polimicrobica, in un anziano può portare all’esigenza di ricorrere all’ossigeno. Un fattore che complica il quadro, infatti, è l’insufficienza respiratoria. Nei casi più gravi, inoltre, si può arrivare a sepsi, cioè alla compromissione di più organi contemporaneamente. Non va sottovalutata perché ha una mortalità che varia dal 20% al 50%. In ogni caso esistono terapie”.

Come si cura?

“Come detto si può ricorrere, a seconda dei casi, a terapia con cocktail di antibiotici oppure a trattamento con antivirali. Se c’è anche insufficienza respiratoria, si può rendere utile il supporto dell’ossigeno”.

Quali sono i sintomi tipici?

“L’infezione polimicrobica, a seconda delle cause, ha sintomi comuni come la febbre, la tosse e spesso la dispnea. Si può accompagnare a dolore toracico, respiro che sibila o simile a un rantolo. Per effettuare la diagnosi occorre analizzare l’espettorato, con un lavaggio bronchiale, e procedere con un tampone nasofaringeo da sottoporre a biologia molecolare sul campione prelevato”.

Quanto può durare il decorso?

“Il decorso dipende dalla virulenza dell’infezione, dall’et, ma anche dalle condizioni pregresse. Quest’anno è un rischio maggiore a causa anche della maggior presenza di polmoniti: quando c’è un problema respiratorio iniziale, infatti, la sovraesposizione all’influenza può dar luogo a una sindrome respiratoria sinciziale nei bambini o a una polmonite nei soggetti più anziani, che può a sua volta dar luogo a insufficienza respiratoria, che richiede tempo per la remissione”.

papa-francesco-infezione-polimicrobica Fonte foto: ANSA
,,,,,,,,