Elezioni in Groenlandia per l'indipendenza, dalle terre rare al petrolio: perché fa gola a Donald Trump
Elezioni in Groenlandia, ma il tema è l'indipendenza. L'attenzione è invece sulle mire di Trump: tra terre rare, petrolio e sicurezza
La Groenlandia ancora nelle mire statunitensi. Mentre i cittadini votano per eleggere il nuovo parlamento, il futuro dell’isola resta incerto tra indipendenza dalla Danimarca e le ambizioni delle superpotenze. A interessare Donald Trump e gli Stati Uniti non sono solo le risorse minerarie, ma la sua posizione strategica.
- In Groenlandia si vota per l'indipendenza
- L'interesse di Trump: terre rare e petrolio
- Il vero valore è la sicurezza
In Groenlandia si vota per l’indipendenza
Sono oltre 41mila gli elettori chiamati a scegliere il nuovo parlamento nazionale groenlandese, l’Inatsisartut. La posta in gioco non è solo politica: la campagna elettorale si è concentrata sul futuro status dell’isola. L’indipendenza dalla Danimarca è da anni al centro del dibattito e i recenti interessi di Donald Trump sembrano aver rafforzato l’orgoglio nazionale dei 57mila groenlandesi.
Divisi tra chi chiede un processo accelerato di indipendenza e chi invece sottolinea la necessità di un’autonomia economica prima di rompere definitivamente con Copenaghen, i partiti in corsa rappresentano visioni differenti.
Fonte foto: ANSA
Il partito nazionalista Naleraq guida il fronte dei favorevoli a un’indipendenza immediata. Inuit Ataqatigiit e Siumut, le forze di governo, preferiscono invece un percorso più graduale, consapevoli che i 530 milioni di euro annui in sussidi danesi rappresentano ancora un quinto del Pil dell’isola.
L’interesse di Trump: terre rare e petrolio
Donald Trump ha mostrato interesse per la Groenlandia già nel 2019 e, secondo recenti dichiarazioni, non esclude l’uso della forza per garantirsi il controllo del territorio. Oltre a essere ricca di terre rare – circa il 10% delle riserve mondiali – la Groenlandia vanta giacimenti di petrolio, gas naturale, oro e uranio.
Interessi comuni di altre superpotenze, come la Cina, che ha tentato di inserirsi nell’economia groenlandese. Gli Stati Uniti hanno ne hanno bloccato i progetti strategici per mantenere il proprio dominio.
Non si tratta solo di risorse: l’isola rappresenta una base avanzata nell’Artico. Trump punta infatti a rafforzare il controllo militare Usa, già presente con diverse basi strategiche, trasformando la Groenlandia in un baluardo contro Russia e Cina.
Il vero valore è la sicurezza
Dietro l’interesse per le risorse si cela quindi la vera ragione della corsa alla Groenlandia: la sicurezza. La posizione geografica dell’isola permette un controllo militare sull’Artico e un vantaggio strategico nei confronti di Russia e Cina.
L’indipendenza della Groenlandia dalla Danimarca, pur vista come un passo verso l’autodeterminazione, rischia quindi di trasformarla in un territorio satellite degli Usa.
La Groenlandia è diventata un tassello fondamentale della strategia americana per la sicurezza nazionale e il controllo del traffico marittimo e delle rotte polari. Per questo l’interesse verso l’isola potrebbe proseguire anche dopo l’indipendenza, magari con azioni mirate di propaganda.
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