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Chi era Graziano Mesina, la primula rossa del banditismo sardo: dal primo arresto a 14 anni alle evasioni

A 14 anni il primo arresto, a 18 la prima evasione, nel 2004 la grazia: chi era Graziano Mesina, l'ex bandito sardo

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C’è stato un lungo periodo storico in cui intorno a Graziano Mesina si creò il mito: vuoi perché un fuorilegge, a seconda di chi ne parla, può diventare un personaggio romantico; vuoi perché le sue evasioni rocambolesche crearono un prima e un dopo nella sua storia criminale. Questo e altro: “Gratzianeddu” si è spento portando con sé luci e ombre della sua storia. Il primo arresto a 14 anni, la prima evasione a 18, le successive fughe dalle carceri e addirittura due film che ricostruirono la sua vicenda.

Il primo arresto e la prima evasione

Nato a Orgosolo (Nuoro) nel 1942, Graziano Mesina a soli 14 anni fu arrestato per la prima volta. Era il 1956, quando i carabinieri lo trovarono in possesso di un fucile calibro 16 rubato. A 18 anni, nel 1960, fu arrestato per aver esploso colpi di arma da fuoco in pubblico. I militari lo portarono in caserma e lo rinchiusero dentro una cella di sicurezza.

Mesina smontò la brandina della cella, ne afferrò un supporto e lo spezzò facendolo diventare un piede di porco che gli servì per forzare la porta e fuggire. Per alcuni mesi si nascose nelle campagne di Orgosolo, poi si costituì su consiglio del suo avvocato e della famiglia.

chi era graziano mesinaFonte foto: ANSA
Graziano Mesina fu arrestato per la prima volta a 14 anni, a 18 la prima evasione: in Sardegna e in Italia era noto come la primula rossa del banditismo sardo

Per l’evasione e per il possesso dell’arma Mesina fu condannato a sette mesi di reclusione da scontare nel carcere di Badu ‘e Carros, a Nuoro. In quel tempo un fatto di sangue lambì la sua famiglia: il cadavere di un commerciante, Pietrino Crasta, fu rinvenuto in un terreno preso in affitto dai fratelli di Mesina per il pascolo. A segnalare il cadavere fu una lettera anonima inviata alla Questura.

Le autorità arrestarono i fratelli di Gratzianeddu, ma uno di questi fuggì per le campagne e raccolse informazioni sui suoi congiunti: il latitante scoprì che i suoi fratelli erano innocenti e che qualcuno avrebbe abbandonato il cadavere nel loro terreno per incastrarli. Nel frattempo, nel 1961 Graziano Mesina uscì dal carcere.

Il 23 dicembre dello stesso anno Pietro Mereu, zio di uno degli accusatori dei Mesina per la morte di Crasta, fu ferito gravemente a colpi di pistola da un uomo incappucciato mentre si trovava in un bar di Orgosolo. Graziano Mesina fu arrestato e condannato a 16 anni per tentato omicidio, mentre i suoi fratelli furono rilasciati. Per questo reato Gratzianeddu si proclamò innocente.

L’evasione a Sassari e il caso Farouk

Come anticipato, uno degli aspetti più noti della carriera criminale di Graziano Mesina è legato alle sue evasioni rocambolesche. Dopo la prima fuga del 1960, quando a 18 anni forzò la porta della camera di sicurezza della caserma dei carabinieri, nel 1962 a Macomer (Nuoro) fuggì dal treno mentre veniva trasportato al Tribunale di Sassari per il processo per un altro tentato omicidio di cui era accusato.

Ritrovato e arrestato nuovamente dalle autorità, si fece ricoverare all’ospedale San Francesco di Nuoro dal quale fuggì da una finestra. Nel 1963 arrivò una nuova condanna: l’anno prima Graziano Mesina aveva ucciso a colpi di mitra Andra Muscau in un bar come ritorsione per l’omicidio del fratello Giovanni. Mesina fu condannato a 24 anni di reclusione.

Nel 1966 Gratzianeddu mise in atto la sua fuga più spericolata: alleatosi con lo spagnolo Miguel Atienza, disertore della Legione Straniera e arrestato per un furto di automobile, riuscì a saltare oltre il muro di 7 metri del carcere di Sassari. Mesina e Atienza furono arrestati nuovamente nel 1967 e da quell’anno Gratzianeddu trascorse una lunga detenzione in varie carceri italiane fino al 1992, quando ottenne la libertà condizionale.

Proprio in quell’anno sarebbe intervenuto come mediatore nel sequestro del piccolo Farouk Assam, che dopo pochi mesi fu liberato. Quale fosse stato il ruolo oggettivo di Mesina nel rapimento di Farouk non è mai stato chiarito.

La grazia e l’arresto del 2013

Nel 2004 Graziano Mesina ottenne la grazia dall’allora presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, quindi fece ritorno in Sardegna. A Orgosolo iniziò a lavorare come guida turistica per poi trasferirsi nel Padovano dove aprì un’agenzia di viaggi insieme ad alcuni soci. Nel 2013 fu nuovamente arrestato per traffico di droga.

La morte di Graziano Mesina

Il 12 aprile 2025, a 83 anni, Graziano Mesina è morto dopo una lunga malattia oncologica. Le condizioni di salute in cui l’ex primula rossa versava a causa del tumore si erano aggravate, per questo solamente venerdì 11 aprile le sue avvocate avevano ottenuto un differimento della pena dal Tribunale di sorveglianza di Milano.

Mesina era stato trasferito dal carcere di Opera al reparto di polizia penitenziaria del San Paolo di Milano.

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