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CURIOSITÀ 13 OTTOBRE 2023

Il virus batteriofago nelle profondità della Fossa delle Marianne

Lo studio del mondo che ci circonda è sempre una fonte inesauribile di scoperte inaspettate. Esplorare le profondità marine, poi, ha un fascino fuori dal comune e permette di conoscere specie animali e vegetali inimmaginabili.

La scoperta scientifica di un team di ricercatori della Ocean University of China supera ogni aspettativa e rivela molto su un virus batteriofago misterioso trovato negli abissi della Fossa delle Marianne. È un luogo già di per sé ricco di mistero: si trova nel Pacifico occidentale ed è il punto più più profondo degli oceani terrestri e per questo il meno conosciuto. Ospita una varietà di organismi e microrganismi unici che si sono adattati alle condizioni estreme legate alle basse temperature, all’alta pressione e alla scarsità di nutrienti.

Cos’è il virus delle profondità trovato nella Fossa delle Marianne

Il nuovo virus scoperto nella Fossa delle Marianne è il fago isolato più in profondità della storia scientifica. È un’arma molto efficace contro i batteri, anche se li infetta e si replica al loro interno senza ucciderli.

“I virus svolgono un ruolo cruciale nell’ecosistema modulando la struttura della comunità ospite, mediando i cicli biogeochimici e compensando il metabolismo delle cellule ospiti”, hanno scritto gli autori dello studio. I nuovi dati raccolti sono la prova dell’esistenza di una famiglia virale prima sconosciuta che può dire tanto sulla biodiversità marina, sulle caratteristiche genomiche dei fagi e sulle interazioni fago-ospite.

vB_HmeY_H4907, questo è il nome scientifico del virus, rivela una interessante coesistenza simbiotica con il suo ospite. Si tratta infatti di un fago lisogenico, che quindi non uccide il batterio che infetta. Al contrario, man mano che i batteri si moltiplicano, anche il materiale genetico virale aumenta.

Perché è importante studiare il nuovo virus dell’Oceano Pacifico

I ricercatori che hanno scoperto il nuovo virus pensano che continuare l’esplorazione di luoghi estremi come questi contribuirebbe “ad ampliare la comprensione umana della virosfera”.

A rendere speciale questo virus è proprio la sua adattabilità. Ha un processo evolutivo unico che potrebbe avere implicazioni in diversi settori della medicina, ma che allo stesso tempo preoccupa per le possibili minacce biologiche future.

Che cosa si intende per virus batteriofago: è pericoloso per noi?

I batteri e i virus che vivono a queste profondità marine sono così estranei all’uomo da essere quasi invisibili per il suo sistema immunitario: è come se non si accorgesse nemmeno della loro esistenza. Nello specifico i batteriofagi (o fagi) sono virus che sfruttano l’apparato biosintetico dei batteri per replicarsi. Alcuni tipi sono letali, altri invece non danneggiano gli ospiti.

Possono rappresentare una cura contro i ceppi multi-farmaco-resistenti di molti batteri. Tuttavia gli scienziati hanno scoperto che i fagi di Inoviridae possono proteggere i batteri dagli antibiotici. Insomma, la ricerca deve ancora fare dei passi in avanti e acquisire una sicurezza circa l’utilizzo di certi mezzi in ambito medico.

Quanto è profonda la Fossa delle Marianne e perché viene studiata

La fossa delle Marianne si estende per circa 2.500 chilometri. Il punto più profondo è il Challenger Deep a 10.901 metri sotto il livello del mare. A renderla affascinante è il fatto che non si conosce ancora molto della flora e la fauna che la abitano. Tuttavia, dalle immagini scattate dal 1960 a oggi, si deduce la presenza di specie bizzarre, come vermi, gamberi e oluturie davvero unici.

Potrebbe rivelare indicazioni importanti sul clima passato e su quello futuro, sull’evoluzione degli oceani e della Terra stessa, come una silenziosa testimone di millenni di cambiamenti geologici e atmosferici.

Il virus batteriofago nelle profondità della Fossa delle Marianne
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