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CURIOSITÀ 09 MAGGIO 2024

Arriva il caffè sintetico: quello naturale potrebbe sparire per sempre

Le colture di una delle bevande più consumate al mondo sono in pericolo e si pensa a un’alternativa: il caffè sintetico è il futuro. In totale vengono consumati due miliardi di tazzine al giorno e la produzione non basterà. La metà di quella odierna rischia di scomparire entro il 2050, un’altra deadline da tenere a mente e da raggiungere cercando di cambiare rotta nel frattempo.

Perché il caffè “vero” rischia di sparire per sempre

A presentare il problema della sostenibilità del caffè e della versione sintetica come alternativa sostenibile è Christopher Mims, giornalista del Wall Street Journal. “Godetevi il caffè la mattina, perché tra qualche anno potrebbe non esistere più”, avverte.

Una pianta di arabica produce in media tra i 450 e i 900 grammi di caffè all’anno: una sola persona che consuma due tazzine di caffè al giorno, quindi, ha bisogno della produzione annuale di 20 piante. Inoltre, per produrne solo un chilo, si immettono nell’atmosfera circa 16 chili di CO2. Un dato preoccupante, se viene moltiplicato per i 95 milioni di caffè che vengono bevuti soltanto in Italia e i 3,1 miliardi nel mondo.

Se si continua in questa direzione, il caffè scomparirà per sempre. Gli effetti del cambiamento climatico, infatti, sono ben noti agli addetti ai lavori, tanto che la qualità più pregiata, l’Arabica, è stata sequenziata geneticamente per salvaguardarla ed evitare che si estingua come tante altre piante e specie animali oggi a rischio.

Si sta lavorando al rafforzamento genetico dei semi, cosicché possano essere più resistenti alle temperature estreme che caratterizzano il nostro secolo. Ecco allora che entrano in campo le biotecnologie e il caffè sintetico. L’obiettivo è ricreare il gusto inconfondibile, rendendo la sua produzione sostenibile per il pianeta.

Che cos’è il caffè sintetico e come viene prodotto

Il VTT Technical Research Centre, in Finlandia, ha provato a coltivare delle cellule vegetali provenienti da una pianta di caffè, accelerandone la crescita attraverso dei bioreattori. Successivamente ha fatto la tostatura in forno. Secondo i primi assaggi, pare che il sapore sia molto simile alla bevanda originale. Il fine è quello di creare un caffè perfetto.

“Produrre in massa il caffè convenzionale incide negativamente sull’ambiente e implica lo sfruttamento del lavoro delle comunità locali”, ha spiegato Heiko Rischer del VVT. Con bioreattori da quasi 100mila litri, come quelli di cui dispone il centro di ricerca, sarebbe possibile produrre il caffè sintetico in grandi quantità: “Se il nostro caffè sintetico potesse soddisfare la richiesta di quello di qualità inferiore, gli agricoltori potrebbero limitarsi a offrire un prodotto di alta qualità. E guadagnerebbero di più”, ha specificato il ricercatore.

Inoltre, Atomo Coffee, una startup di Seattle, ha individuato e catalogato le molecole che conferiscono alla bevanda aroma, colore e sensazioni organolettiche e le ha sostituite in laboratorio con sostanze sostenibili di origine vegetale. Con il 93% in meno di emissioni di carbonio e il 94% in meno di acqua ha ottenuto il caffè sintetico.

  • Semi di dattero.
  • Semi di ramon.
  • Limone.
  • Proteine di pisello.
  • Fieno greco.
  • Guava.
  • Miglio.
  • Fruttosio.
  • Semi di girasole.
  • Bicarbonato di sodio.
  • Caffeina ricavata dal tè verde.

Sono questi gli ingredienti che hanno permesso di avvicinarsi così tanto al caffè originale, con una sfumatura leggermente meno amara, a voler essere precisi. E sono diverse le aziende che stanno cercando di muoversi nella stessa direzione.

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