Negli ultimi anni sono stati trovati numerosi squali bianchi spiaggiati. Il primo ritrovamento è stato nell’agosto 2023 su una spiaggia in un parco nazionale sull’Isola del Principe Edoardo, in Canada. A parte alcuni graffi, lo squalo non mostrava segni di ferite. Dall’autopsia è emerso che lo squalo bianco era morto da poco e aveva i tessuti molto ben conservati. Non era deceduto per fame e gli organi non presentavano segni di traumi. Dopo un più attento esame si è scoperto qual è stata la causa della morte dell’animale: meningoencefalite, un’infiammazione dei tessuti cerebrali.
Gli strani ritrovamenti di squali bianchi spiaggiati
Poco tempo dopo il rinvenimento del 2023, sono stati individuati altri quattro casi di squali bianchi spiaggiati nel Canada orientale, di cui tre sembrano aver avuto la stessa malattia potenzialmente infettiva che colpisce il cervello, ovvero la meningoencefalite.
In realtà, un primo caso di squalo bianco morto a causa di questa infezione risale al 2022 in Cornovaglia. Lo stesso anno un altro esemplare è stato trovato a Long Island, New York.
Già allora gli scienziati avevano ipotizzato che probabilmente era stata proprio la meningite ad aver portato lo squalo fuori dal suo habitat naturale in acque poco profonde, facendolo arenare su una spiaggia. L’infezione farebbe perdere la percezione dell’ambiente in cui questi animali nuotano, spingendoli a spostarsi in acque più basse.
Altri sei casi sono ancora in corso di valutazione ma gli scienziati stanno cercando di capire se l’infezione si stia estendendo nella specie e quali sono le cause della malattia tra gli squali bianchi.
Le lesioni nel cervello: gli squali bianchi impazziscono?
L’indagine sulla carcassa ritrovata nel 2022 ha mostrato che il cervello era “scolorito e congestionato”, mentre il fluido attorno era “torbido”. Il cervello degli squali bianchi è grande, per gli standard dei pesci, anche se considerevolmente più piccolo di quello dei delfini.
La meningoencefalite, un’infiammazione del cervello e dei tessuti circostanti, è un sintomo di un problema di fondo. Il tessuto nel cranio duro si gonfia comprimendo il cervello che, alla fine, interromperebbe il suo normale funzionamento.
A questo punto lo squalo potrebbe non essere più in grado di nutrirsi, oppure potrebbe perdere l’equilibrio o restare bloccato in acque poco profonde, spiaggiandosi quando la marea si abbassa. Un’altra ipotesi è invece che potrebbe essere normale che gli squali bianchi convivano con un certo gonfiore al cervello. Purtroppo non ci sono ancora molti studi su questa specie di predatore marino e i laboratori stanno cercando di capire se, lo strano comportamento degli squali bianchi, sia dovuto davvero all’infezione.
Secondo una ricercatrice, il ritrovamento di più esemplari spiaggiati potrebbe invece essere un effetto di un naturale aumento della popolazione di squali bianchi, specie a rischio estinzione in Canada. Per alcuni scienziati, la comparsa di più casi di animali morti in spiaggia potrebbe essere la conseguenza di un maggior numero di squali bianchi in acqua. Questo sarebbe da considerare come un elemento positivo per contrastare il pericolo che questa specie di grande predatore marino possa scomparire dall’oceano atlantico. Bisogna infatti ricordare che gli squali bianchi, seppur pericolosi, sono fondamentali per il mantenimento dell’ecosistema globale.