I Medicane, i potenti uragani mediterranei, creano terremoti studiati dalla scienza, come in un nuovo studio sui fenomeni meteo-marini effettuato attraverso i sismografi e gli strumenti dell’INGV, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Una ricerca estremamente utile per capire quali conseguenze estreme ci attendono a causa dei cambiamenti climatici in atto e, potenzialmente, cosa bisogna fare per arginarli.
I dati sono stati raccolti ed elaborati dagli scienziati dell’Università di Catania, dell’Osservatorio Etneo dell’INGV, del Royal Observatory of Belgium, del Dipartimento di Ingegneria dell’Università di Palermo, del Department of Geoscience dell’Università di Malta, del Centro Nazionale per la Caratterizzazione Ambientale e la Protezione della Fascia Costiera, la Climatologia Marina e l’Oceanografia Operativa dell’ISPRA e del Dipartimento di Scienze della Terra e Geoambientali dell’Università di Bari.
Lo studio sui Medicane dell’INGV: causano scosse sismiche
Il Medicane, nome dato all’uragano del Mediterraneo facendo una crasi fra Mediterranean e hurricane, è un ciclone tropicale a piccola scala. È questo a caratterizzare le sue piogge forti, i venti e le mareggiate. Per fortuna, tuttavia, il fatto che agisca nelle acque delimitate del Mar Mediterraneo fa sì che l’intensità sia minore rispetto agli uragani oceanici.
Nonostante questo, però, non sono pochi i danni che è in grado di provocare lungo le coste. Il più alto fattore di rischio, oltretutto, è dato dall’alta densità abitativa che deve fare i conti con onde che possono superare i 3,5 metri di altezza.
Dal 2011 sono stati nove i Medicane oggetto di studio. La loro analisi ha portato a scoprire dei “segnali sismici prodotti dall’impatto sulla costa delle onde o dalle fluttuazioni di pressione”, ha dichiarato Andrea Cannata dell’Università di Catania.
Noti come microsismi, contengono informazioni importanti per “ricostruire eventuali cambiamenti nell’intensità o nella frequenza di questi fenomeni, causati dal riscaldamento globale”, ha aggiunto Alfio Marco Borzì.
Come fa l’energia degli uragani mediterranei a generare terremoti
Come accennato, sono “l’impatto sulla costa delle onde” e “le fluttuazioni di pressione” a generare il debole terremoto. Sono presenti su tutto il pianeta e caratterizzati da “ampiezze estremamente basse”.
“L’analisi e l’integrazione dei segnali, registrati da 104 stazioni installate in zone costiere italiane, maltesi, greche e francesi, dei dati di altezza delle onde del mare acquisiti da boe ondametriche e dei dati sullo stato del mare da mappe di hindcast, ricavate da modellizzazioni numeriche e validate da osservazioni, hanno evidenziato come il microseism contenga informazioni preziose per monitorare lo sviluppo temporale e spaziale dei fenomeni meteo-marini estremi”, ha concluso Andrea Cannata.
In sostanza, insomma, i terremoti causati dai Medicane sono un importante segnale d’allerta per comprendere meglio queste fenomeni e provare ad arginarli o almeno a difendere le popolazioni a rischio sulle coste italiane.
Cosa si intende per Medicane o ciclone tropicale mediterraneo
In campo meteorologico, il ciclone tropicale mediterraneo, altrimenti conosciuto come Medicane è un sistema a bassa pressione costituito da un nucleo caldo, temporali, piogge torrenziali e venti molto intensi.
Questo tipo di fenomeno si crea per via di una transizione tropicale, ossia la trasformazione dinamica e termodinamica di un ciclone extratropicale in uno tropicale. Le sue caratteristiche fanno sì che si creino cicloni tipicamente tropicali anche al di là dei 30° di latitudine e su superfici marine inferiori ai 26 °C, una temperatura che in genere è necessaria perché si sviluppino certi fenomeni atmosferici.