Mangiare è uno dei piaceri della vita, ma pochi sanno che alcuni cibi che introduciamo nel nostro stomaco sono contaminati da sostanze radioattive. Significa che il gustoso toast con la marmellata a colazione oppure una banana o persino la birra sorseggiata con gli amici contengono radiazioni. In alcuni casi si tratta di sostanze naturalmente contenute nel prodotto, in altri sono dovute all’attività umana. Un articolo della BBC ha stilato un elenco dei 10 alimenti più contaminati.
Radiazioni quotidiane da cibo e acqua: le norme
Un documento dell’Organizzazione Mondiale della Sanità riporta che la popolazione è esposta all’ingestione di radionuclidi attraverso il cibo e l’acqua. Questo tipo di esposizione è causata da sostanze che sono naturalmente contenute nella crosta terrestre e che, per fenomeni fisici di diversa natura, finiscono negli alimenti e nelle bevande.
La Commissione scientifica delle Nazioni Unite ha stimato che circa il 12% dell’esposizione complessiva di un individuo alle sorgenti naturali di radiazioni sia attribuibile ai cibi e all’acqua. A questa si aggiunge anche l’esposizione a radionuclidi riconducibile ad attività umane e all’inquinamento.
Per tutelare la salute degli esseri umani l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha perciò pubblicato delle linee guida per misurare le radiazioni che possono essere assorbite dal corpo umano attraverso i liquidi e gli alimenti solidi.
I prodotti destinati al consumo devono rispettare una serie di requisiti, ad esempio riguardo ai limiti dei valori dei radionuclidi naturali e artificiali più comuni, misurati in becquerel. Si tratta dell’unità di misura del sistema internazionale dell’attività di un radionuclide e non, come spesso viene riportato erroneamente, della radioattività stessa.
I livelli massimi di Cesio-137, per fare un esempio, devono essere pari a 370 Bq/kg per il latte, i prodotti lattiero-caseari e gli alimenti destinati ai lattanti e ai bambini e a 600 Bq/Kg per tutti gli altri alimenti. Tanto dipende infatti dal tipo di cibo preso in considerazione e dalle sue proprietà nutritive o dal modo e dalle quantità in cui viene solitamente assunto.
Cos’è la dose equivalente a una banana o BED
Come abbiamo visto, molti alimenti sono radioattivi per natura e il cibo ingerito contribuisce per il 10% all’esposizione totale di radioattività sperimentata da una persona.
In particolare, la banana, con la sua alta quantità di potassio che contiene una miscela isotopica radioattiva, è considerata tra i primi cibi che espongono a radionuclidi.
In questo contesto, informalmente, si usa la dose equivalente a una banana, spesso abbreviata in BED, come unità di misura per stabilire una relazione intuitiva tra una determinata quantità di attività del radionuclide e la capacità dell’organismo di sopportarla.
La classifica dei cibi più contaminati: quali sono
Tornando alla classifica dei cibi più contaminati, la lista della BBC degli alimenti più radiottivi riporta:
- noci brasiliane: pCi per kg: 12.000;
- fagioli di Lima: pCi per kg: 4.600;
- banane: pCi per kg: 3.500;
- patate: pCi per kg: 3.400;
- carote: pCi per kg: 3.400;
- carne rossa: pCi per kg: 3.000;
- avocado: pCi per kg: 2.500;
- birra: pCi per kg: 390;
- acqua: pCi per kg: 170;
- burro di arachidi: pCi per kg: 120.
In commercio esistono anche delle pillole anti-radiazioni, ma consumarli abitualmetne non ha senso. Si tratta infatti di medicinali ideati in caso di esplosione di una centrale nucleare che contengono iodio non radioattivo, per impedire l’accumulo di sostanze nocive nell’organismo.