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CURIOSITÀ 23 FEBBRAIO 2025

Le acque dei Campi Flegrei sotto analisi per predire l'eruzione

Stefania Cicirello

Stefania Cicirello

Editor e videomaker

Content writer, video editor e fotografa, ho conseguito un master in Digital & Social Media Marketing. Negli anni ho sviluppato competenze nella creazione di contenuti digitali, integrando creatività e abilità tecniche in diversi progetti online e adattando i contenuti alle diverse piattaforme.

I Campi Flegrei rappresentano uno dei sistemi vulcanici più complessi e monitorati al mondo, un’area in cui la terra respira attraverso il fenomeno del bradisismo e l’emissione costante di gas vulcanici. Comprendere i segnali che precedono un’eventuale eruzione è fondamentale per la sicurezza delle popolazioni che vivono in questa zona. Recenti studi scientifici hanno evidenziato il ruolo cruciale delle acque sotterranee nel rilevare variazioni chimiche e termiche che potrebbero anticipare possibili attività eruttive. Analizzare in modo dettagliato questi elementi può offrire un nuovo strumento di previsione, contribuendo a una sorveglianza più accurata e tempestiva di questa caldera vulcanica.

Lo studio delle acque sotterranee dei Campi Flegrei

Un team di ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), in collaborazione con le Università di Palermo, Napoli Federico II e Milano-Bicocca, ha intrapreso un’analisi approfondita delle acque sotterranee dei Campi Flegrei. Questo studio rappresenta il primo lavoro completo sulla geochimica delle acque sotterranee dall’inizio dell’attuale crisi bradisismica nel 2005.

I ricercatori hanno raccolto 114 campioni tra il 2013 e il 2014, mappando con precisione il sistema idrico sotterraneo e rivelando un mosaico di acque dalle diverse caratteristiche. Sono state identificate quattro tipologie principali:

  • acque fredde di origine meteorica,
  • acque termali bicarbonate,
  • acque clorurate ad alta temperatura
  • e acque ricche di zolfo nell’area Solfatara-Pisciarelli.

Quest’ultima zona è stata confermata come il cuore pulsante dell’attività idrotermale della caldera. I risultati ottenuti hanno portato alla realizzazione di una rete permanente di monitoraggio, attiva dal 2018, fondamentale per rilevare tempestivamente eventuali segnali di ripresa dell’attività vulcanica. Studi come questi permettono di conoscere sempre di più questo territorio e scoprire dettagli importanti, come il vulcano sottomarino dei Campi Flegrei.

Le acque possono predire segnali di attività vulcanica

La composizione chimica e la temperatura delle acque sotterranee possono fungere da indicatori precoci di cambiamenti nel sistema vulcanico. Variazioni nella concentrazione di determinati elementi o nell’acidità dell’acqua possono segnalare l’ascesa di magma o l’incremento dell’attività geotermica. Ad esempio, zolfo e scosse nella caldera possono essere correlati: un aumento dei gas vulcanici disciolti nelle acque potrebbe indicare una pressurizzazione del sistema magmatico sottostante

Monitorare costantemente questi parametri consente di individuare anomalie che precedono eventi eruttivi, offrendo così un prezioso strumento per la protezione delle popolazioni locali. La ricerca ha evidenziato la grande variabilità nella composizione delle acque sotterranee all’interno della caldera, sottolineando l’importanza di un monitoraggio costante e approfondito per interpretare correttamente i segnali di una possibile ripresa dell’attività vulcanica.

Il monitoraggio dei Campi Flegrei

Il monitoraggio delle acque sotterranee nei Campi Flegrei non è dunque solo una misura preventiva, ma un elemento chiave per comprendere meglio le dinamiche di questa caldera attiva. Gli scienziati dell’INGV e delle università coinvolte nello studio sottolineano che la sorveglianza costante e multidisciplinare è essenziale per individuare segnali di cambiamento nel comportamento del sistema vulcanico. Le variazioni nella composizione chimica dell’acqua, la presenza di gas disciolti e l’innalzamento delle temperature possono indicare l’avvicinarsi di una fase più attiva.

Grazie alle moderne tecnologie e alla creazione di reti di monitoraggio sempre più sofisticate, è possibile raccogliere dati in tempo reale e fornire analisi dettagliate che aiutano a comprendere l’evoluzione della caldera. Questi studi non solo contribuiscono alla sicurezza dei cittadini, ma permettono anche di affinare le teorie scientifiche sui processi vulcanici, migliorando la capacità di prevedere fenomeni potenzialmente pericolosi.

Le acque dei Campi Flegrei sotto analisi per predire l'eruzione
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