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CURIOSITÀ 28 LUGLIO 2024

Il caffè come lo conosciamo oggi sparirà (quasi) del tutto

Il caffè è in pericolo, sparirà. La bevanda più bevuta e amata al mondo rischia l’estinzione entro il 2050. In pericolo, nello specifico, è una delle qualità più pregiate, l’Arabica. A causa del surriscaldamento globale, l’80% della produzione diminuirà nei prossimi 25 anni.

Nulla di nuovo, purtroppo: gli scienziati avevano già scoperto questa tendenza preoccupante; ma un nuovo studio condotto da UF/IFAS lo ha confermato e ha dimostrato che c’è una valida alternativa.

Cos’è il caffè Arabica e perché è destinato a sparire

La deadline per il caffè pare sia il 2050. Il gusto, così come lo si conosce oggi, quello più pregiato, sta scomparendo. La ragione è da ricercare nel cambiamento climatico. Per fortuna però Felipe Ferrao e il suo team di ricerca stanno esplorando alternative per sopperire alla diminuzione della produzione di Arabica.

In collaborazione con istituzioni di ricerca francesi (RD2 Vision) e brasiliane (Incaper Institution), gli scienziati hanno scoperto due soluzioni possibili: adattare la coltivazione alle nuove condizioni ambientali e concentrarsi su specie di caffè più resistenti.

In quest’ottica ci si focalizzerà sulla varietà Robusta – conosciuta anche come Coffea canefora o Conilon – che, secondo gli studi, si adatta a climi estremi. La sua grande diversità genetica permette di scegliere piante diverse a seconda delle condizioni meteo. È il massimo in relazione a sostenibilità, qualità e plasticità. Questo caffè, infatti, ha bisogno di meno fertilizzante e acqua.

Robusta pronto a soppiantare l’Arabica: le differenze

Ma allora il caffè scomparirà per sempre? Al momento il pericolo pare scampato. Il caffè proviene da una famiglia di piante da fiore, le Rubiaceae. Al suo interno ci sono più di 500 generi e 6.000 specie. La maggior parte del caffè in commercio è Arabica o Robusta. Le due varietà però hanno delle differenze sostanziali, ed ecco perché una viene considerata più versatile dell’altra.

L’Arabica è considerata più pregiata, ha un gusto più dolce, aromatico e speziato. Si riconosce dai chicchi ovali, con un solco centrale a forma di S. La caffeina presente varia fra lo 0,7% e l’1,5%. Questa pianta può crescere fino a cinque metri di altezza ed è molto delicata: è facile che venga colpita da malattie e parassiti. Si può autoimpollinare e, per questo, preservare la qualità del caffè. Ne esistono di due qualità.

  • Typica.
  • Bourbon.

La Robusta è più cremosa e ha un sapore più forte, aspro e amaro. Cresce bene sopra i 900 metri di altezza. I chicchi sono robusti, scuri e con un solco centrale dritto. Il tasso di caffeina è più alto: fra l’1,7% e il 3,5%. È più resistente agli agenti esterni ed è più facile da coltivare.

Si crede che una maggiore quantità di caffeina e la presenza di acidi clorogenici (antiossidanti naturali) dipendano da un meccanismo di autoprotezione della pianta, lo stesso che la rende più forte. Gli acidi agiscono sull’aroma del caffè e, quando le quantità sono elevate, incidono negativamente sul gusto. Ecco allora che questo aspetto va tenuto in considerazione quando si cerca la miscela per creare il caffè espresso perfetto.

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