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Quali sono i rischi per l'Italia dopo i dazi di Donald Trump

Cosa rischia veramente l'Italia con i dazi imposti da Donald Trump e come sono i rapporti commerciali con gli Usa

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I dazi di Donald Trump hanno sconvolto il mondo intero, Italia compresa. Basti pensare che la premier, Giorgia Meloni, il giorno dopo il Liberation Day ha annullato tutti gli impegni in agenda per un vertice con Matteo Salvini, Antonio Tajani, e i ministri Giancarlo Giorgetti (Economia), Francesco Lollobrigida (Agricoltura), Tommaso Foti (Affari europei e Pnrr) e Adolfo Urso (Imprese e Made in Italy). Proprio per parlare di come reagire al presente, considerando anche i rischi delle tariffe Usa.

Il muro di protezionismo eretto da Donald Trump coi dazi

The Economist sceglie come apertura del sito un articolo sulla mossa “sorprendente” di Trump, che ha annunciato tariffe del 10% su tutte le importazioni, oltre a dazi reciproci più alti per colpire quei Paesi che, a suo dire, hanno trattato ingiustamente l’America (con la mano pesante verso i mercati asiatici).

Il quotidiano sottolinea che, sommando queste misure ai dazi già annunciati dal suo ritorno alla Casa Bianca, il risultato è che, nel giro di 10 settimane, il tycoon ha eretto un “muro di protezionismo” attorno all’economia americana paragonabile a quello della fine del 1800.

Cosa rischia l’Italia

Ma cosa rischia, davvero, l’Italia? ANSA ha calcolato che le aziende vulnerabili, coinvolte nell’export verso gli Usa, sono circa 3.300 e che i settori più esposti sono:

  • bevande (negli Usa il 39% dell’export extra-Ue)
  • trasporti (34%)
  • autoveicoli (30,7%)
  • farmaceutica (30,7%)

Di fatto, coi dazi al 20%, l’export di alcuni settori (agroalimentare, farmaceutico e chimica) potrebbe ridursi fino al 16,4%.

dazi usa rischi italiaFonte foto: ANSA

Le regioni più colpite sarebbero:

  • Liguria, Campania, Molise e Basilicata (per le quali gli Usa rappresentano il primo mercato straniero)
  • Lombardia, Emilia-Romagna e Toscana (con più vendite oltreoceano)
  • Sardegna, Sicilia, Calabria e Puglia (le più a rischio per scarsa diversificazione)

Coi dazi al 20%, inoltre, il costo per l’economia è stiamo in 8-14 miliardi di euro a causa dell’impatto su Pil (-0,2%), posti di lavoro (-54 mila posti) ed export (-8,6%).

Qual è il rapporto tra Usa e Italia

Ecco i dati di Banca d’Italia, Eurostat e ISTAT, rielaborati dal Centro Studi Confindustria.

rapporti usa italiaFonte foto: ANSA

Dimostrano che gli Usa sono la prima destinazione extra-UE dei flussi italiani di beni, servizi e investimenti diretti all’estero

Nel dettaglio:

  • le vendite di beni italiani negli Usa sono state pari a circa 65 miliardi di euro nel 2024, oltre un decimo del totale dell’export (10,4%, stime provvisorie), nonostante un calo registrato dal picco di oltre 67 nel 2023. Gli Stati Uniti sono ampiamente la prima destinazione extra-Ue di prodotti italiani e la seconda in assoluto dietro la Germania, avendo superato la Francia nel 2022. Gli acquisti italiani di beni USA hanno raggiunto quasi 26 miliardi nel 2024, poco meno di un ventesimo del totale dell’import (4,6% stimato). Si tratta comunque del secondo mercato di origine extra-UE, dopo la Cina (che a sua volta è seconda solo alla Germania);
  • l’interscambio di servizi Italia-Usa è più bilanciato: nel 2023 (ultimo dato disponibile) 12,7 miliardi le vendite italiane e 10,1 gli acquisti, con un saldo positivo di 2,5 miliardi, che bilancia solo parzialmente il saldo negativo con il resto del mondo (-10,2 miliardi); solo con la Svizzera l’Italia detiene un surplus maggiore nei servizi. Circa metà dell’export di servizi italiani negli Usa è costituito dal turismo in entrata e un altro terzo da servizi professionali e di informazione. Questi tipi di servizi generano anche una parte consistente delle importazioni di servizi dagli Stati Uniti (in particolare, turismo italiano negli Usa); inoltre, gli italiani pagano a società americane una larga parte dei compensi per l’utilizzo della proprietà intellettuale (brevetti);
  • gli Usa rappresentano la prima destinazione degli investimenti italiani diretti all’estero, anche rispetto ai Paesi europei, nell’ultimo biennio per cui sono disponibili i dati (2022-2023): quasi 5 miliardi di euro annui, pari a ben il 27% del totale. Appena 1,5 miliardi annui, invece, sono stati investiti dagli Usa in Italia.

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