Un’indagine della Guardia di Finanza coordinata dalla Procura di Milano ha portato alla luce una delle più grandi frodi finanziarie degli ultimi anni in Italia. Al centro dello scandalo una rete criminale che prometteva guadagni elevatissimi grazie a particolari investimenti. Il raggiro è noto come la truffa dei lingotti d’oro.
Sono circa 5.000 i casi di risparmiatori su tutto il territorio nazionale vittime di quanto accaduto, con un danno stimato che ammonta a circa 60 milioni di euro. Cerchiamo di capire come difendersi.
I numeri dell’indagine e il ruolo della Procura di Milano
L’operazione condotta dalla Procura di Milano ha visto l’impegno congiunto di diverse unità delle Fiamme Gialle. Nessuna truffa ai bancomat o affini. In questo caso i malviventi hanno alzato il tiro. Gli investigatori sono riusciti a risalire all’intero organigramma dell’associazione a delinquere, sgominando una rete ben radicata e capillare.
L’indagine ha preso il via nel 2024 in seguito a una denuncia che segnalava movimenti finanziari sospetti e promesse di guadagni fin troppo facili. Le autorità hanno così fatto partire una lunga attività di monitoraggio, culminata con l’arresto di numerosi componenti dell’organizzazione, il sequestro di beni per un valore di 23 milioni di euro e l’esecuzione di 30 perquisizioni su scala nazionale.
Il presunto capo del gruppo, Samuel Gatto, si è dato alla fuga rendendosi irreperibile. Insieme alla moglie, anch’essa latitante, è accusato di essere la mente dietro l’intero sistema fraudolento. Le accuse spaziano dall’associazione a delinquere all’esercizio abusivo dell’attività finanziaria, fino alla truffa aggravata.
Come funzionava il sistema e come difendersi
Il cuore della frode era rappresentato dalla società Global Consulting Group, formalmente attiva nel settore degli investimenti in metalli preziosi. Attraverso una rete di promotori, spesso attivi sui social o tramite il passaparola, venivano proposti investimenti in lingotti d’oro con rendimenti fissi del 4% su base mensile, equivalenti a un impressionante 48% annuo. Fin troppo impressionante. Insomma, non è tutto oro quello che luccica e mai come in questo caso il modo di dire è più calzante.
Solo una minima parte dei fondi raccolti, non più del 15% secondo gli inquirenti, veniva effettivamente utilizzata per l’acquisto di oro fisico. Il resto serviva a rimborsare i primi investitori e a finanziare il tenore di vita elevato dei promotori, fatto di auto di lusso, viaggi internazionali e immobili di pregio.
La truffa rientra pienamente nel meccanismo dello schema Ponzi, una truffa finanziaria basata su un meccanismo apparentemente redditizio, ma in realtà risulta insostenibile. Deve il suo nome a Charles Ponzi, che negli anni ’20 del XX secolo mise in piedi una delle prime frodi di questo tipo negli Stati Uniti.
Gli esperti raccomandano di prestare attenzione a promesse di guadagni troppo elevati, soprattutto in assenza di trasparenza su come vengono gestiti i capitali.
Investimenti in oro: a cosa fare attenzione
L’oro è da sempre considerato un bene rifugio, cioè un tipo di investimento considerato sicuro e stabile, soprattutto nei periodi di incertezza economica, inflazione, o crisi dei mercati finanziari. La sicurezza è garantita solo se le operazioni vengono gestite attraverso canali certificati. È fondamentale verificare la serietà delle società proponenti, controllare che siano autorizzate da enti come la Consob o la Banca d’Italia e diffidare di chi promette rendimenti fissi elevati in tempi brevi.
Bisogna fare attenzione in caso di mancanza di documentazione dettagliata e trasparente sull’acquisto dei beni. Le vere operazioni in oro prevedono tracciabilità, deposito sicuro e costi chiaramente esplicitati. Se questi elementi vengono meno è opportuno rivolgersi a un consulente finanziario indipendente o segnalare il caso alle autorità.
Nel caso della truffa smascherata a Milano, molti risparmiatori sono rimasti senza alcuna tutela, avendo investito in maniera diretta, quindi senza la mediazione di banche o soggetti vigilanti. Una lezione dura e un danno non da poco per il proprio patrimonio che, al contempo, può essere utile per ricordare che quando un’offerta sembra troppo bella per essere vera, probabilmente non lo è. Come sempre quando una truffa viene smascherata (ad esempio quella riguardante i bonifici istantanei) le informazioni raccolte contribuiscono ad accendere i riflettori su quanto accaduto, evitando ad altri di incappare negli stessi errori.