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BUONO A SAPERSI 18 APRILE 2025

La falsa mail della Polizia di Stato, come funziona la nuova truffa

Marta Ruggiero

Marta Ruggiero

Giornalista pubblicista e videomaker

Giornalista, videomaker, copywriter e content creator. Mi occupo di attualità, economia, politica, intrattenimento, costume e società. In passato ho lavorato in ambito televisivo. Osservo e racconto storie: penna e videocamera sono le mie fedeli compagne di viaggio.

I raggiri, soprattutto online, sono sempre dietro l’angolo e cambiano costantemente. Non fa eccezione la falsa mail che sembra provenire dalla Polizia di Stato e che rappresenta una nuova, l’ennesima truffa alla quale prestare attenzione.

Se non si impara a riconoscere i dettagli sospetti e quali possono essere i modi per tutelarsi, si rischia di cadere in una trappola che porta a cedere a richieste di denaro oppure a rendere noti i propri dati sensibili. In entrambi i casi, sono i risparmi delle vittime l’obiettivo dei delinquenti.

Falsa mail della Polizia: qual è la nuova truffa e come riconoscerla

La falsa mail della Polizia di Stato inizia con l’invito a chiarire la propria posizione rispetto ad attività sospette. Il tono è quello di una vera e propria indagine formale, in seguito a “un’analisi approfondita del Suo traffico internet e dei dispositivi connessi”. Il sedicente agente afferma di aver riscontrato materiale “di carattere pornografico” che coinvolgerebbe anche “persone di età inferiore ai 18 anni”.

In fondo al messaggio c’è anche un indirizzo al quale rispondere in maniera tempestiva, al fine di “gestire la pratica”. La formula “mail@servizipoliziadistato.com“, a chi non è avvezzo a determinati raggiri, potrebbe sembrare che si riferisca a un contatto ufficiale delle forse dell’ordine. Lo stesso vale per la firma. La mail pare essere inviata dal Dipartimento di Monitoraggio e Sicurezza Informatica. Ma cosa c’è che non quadra? Capirlo è prioritario per imparare a difendersi dalle truffe.

Cosa non torna nella truffa della Polizia di Stato

Tutto sembra ricondurre alla Polizia. Il logo ufficiale, l’oggetto della mail che parla di “lettera formale” e di “contenuti non leciti. Persino i colori utilizzati rimandano all’istituzione che fa capo al Ministero dell’Interno. Tuttavia si tratta dell’ennesima truffa e questa è una falsa mail.

Il primo segnale che deve insospettire è proprio il mezzo utilizzato. Non una raccomandata, non una convocazione in commissariato e nemmeno una pec: la mail infatti non è un mezzo di comunicazione ufficiale e le forze dell’ordine non la utilizzano.

Sul sito ufficiale della Polizia di Stato – questure.poliziadistato.it – si fa riferimento proprio a una campagna di phishing attraverso false mail o messaggi social. Ed è proprio in questo contesto che si raccomanda di fare attenzione e di diffidare. Questo perché “Nessuna forza di Polizia contatterebbe mai direttamente i cittadini, attraverso email o messaggi – si legge nella nota – per richiedere loro pagamenti in denaro o comunicazioni di dati personali, dietro minaccia di procedimenti o sanzioni penali”.

Come difendersi dalle truffe online

Che si tratti della truffa della falsa mail della Polizia di Stato, del finto carabiniere o di un altro raggiro sul web, ci sono delle regole d’oro da seguire per non rischiare di cadere in una trappola a catena che mira a svuotare i conti in banca o a privare di contanti e gioielli i malcapitati.

Intanto, qualsiasi sia la presunta accusa mossa da sedicenti agenti delle forze dell’ordine, nessun ufficiale manda messaggi informali o si presenta alla porta dei cittadini. In questi casi, oltre a chiedere di mostrare un tesserino di riconoscimento, è importante chiamare il 112 per verificare che non si tratti di qualcuno che fa finta di essere un poliziotto o un carabiniere.

Inoltre, anche se si dovessero ricevere SMS o mail, è bene fare una verifica tramite i canali ufficiali e, prima, è opportuno non aprire nessun link e/o seguire alcuna procedura suggerita. Che siano richieste di denaro contante per fronteggiare una qualche problematica o di dati sensibili per accedere a conti correnti e simili, è altamente probabile che si tratti di un raggiro. Un esempio eclatante è la truffa PayPal.

Qualora si dovesse riscontrare di essere stati (quasi) vittime di un reato simile, il passo successivo è quello di denunciare a qualsiasi organo delle forze dell’ordine. Soltanto così, attraverso accurate indagini, sarà possibile individuare e arrestare i malviventi.

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