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CURIOSITÀ 23 AGOSTO 2023

Toto Cutugno scrisse "L'italiano" per un altro famoso cantante

Toto Cutugno è morto all’età di 80 anni a Milano il 22 agosto 2023, a seguito di una lunga malattia. Con lui se ne va un pezzo di storia della musica italiana, legata a filo doppio al Festival di Sanremo, di cui è stato grande protagonista nel corso degli anni, anche per i suoi numerosi secondi posti.

Cordoglio unanime dal mondo della musica (e non solo) è giunto appena è stata diffusa la notizia. Pippo Baudo l’ha definita “una perdita troppo grande per me” e anche i Ricchi e Poveri hanno voluto condividere il loro commovente saluto.

Proprio a Sanremo vanta il record di partecipazioni: sono ben 15, in coabitazione con Al Bano, Peppino Di Capri, Anna Oxa e Milva. Ma, dopo la vittoria nel 1990 con “Solo noi”, sono proprio i 6 secondi posti collezionati tra il 1984 e il 1990 a valergli il soprannome di “eterno secondo”.

Per quanto riguarda le classifiche del festival della canzone italiana, fece incredibilmente peggio con quella che, con ogni probabilità, resta la sua canzone più rappresentativa: “L’italiano”, infatti, si classificò solo al 5° posto nell’edizione del 1983. Inoltre, non tutti sanno che non avrebbe nemmeno dovuto far parte del suo repertorio.

“L’italiano” di Toto Cutugno era destinata a Celentano: la rivelazione

Tra Toto Cutugno e Adriano Celentano vi era un profondo legame umano e professionale. Il molleggiato è stato tra i primi a manifestare, attraverso i social, il cordoglio per la scomparsa dell’amico.

La loro collaborazione professionale era iniziata negli anni ’70. Il giovane Toto Cutugno scrisse per lui il brano “Soli” che dominò le classifiche nel 1979. Due anni più tardi Cutugno scrisse anche un intero album per Celentano: “Il tempo se ne va”, che riscosse un successo incredibile.

Quando nel 1983 Cutugno scrisse il brano “L’italiano”, lo fece pensano espressamente all’amico Celentano come interprete, perché riconosceva la forza della canzone e della frase “sono un italiano vero”. Una forza che, nelle intenzioni di Toto, sarebbe stata amplificata cantata da Adriano.

Ma Celentano non fu dello sesso parere: rifiutò la proposta e la canzone fu portata a Sanremo dallo stesso Cutugno. Alla freddezza della giuria (che classificò il brano solamente al quinto posto), rispose il calore del pubblico, che contribuì a rendere il brano tra i più iconici della storia della musica italiana.

La storia de “L’italiano”: quando è stata pubblicata e chi l’ha cantata

Dopo la partecipazione a Sanremo ’83, “L’italiano” vendette negli anni più di 100 milioni di copie in tutto il mondo.

Cutugno ne curò la musica, mentre il testo era di Cristiano Minellono. Il brano diede anche il nome all’album uscito quell’anno e che fu il secondo più venduto in Italia nel 1983, dopo “Vacanze romane” dei Matia Bazar.

Un successo incredibile che portò la fama di Toto Cutugno a crescere anche fuori dai confini nazionali. Il brano negli anni è stato interpretato da numerosissimi artisti nelle loro rispettive lingue: finlandese, arabo, ebraico, portoghese, solo per citare alcuni esempi. Nel 2015 lo stesso Cutugno ne incise una cover in cinese (con relativo video ambientato a Milano) come promo del programma “Italiani made in China” in onda su Real Time.

“L’italiano” fu anche inserita in molte pellicole, tra le quali ricordiamo “Al bar dello sport” (sempre del 1983) con Lino Banfi e Jerry Calà. In tempi più recenti l’abbiamo ascoltata in “Italians” si Giovanni Veronesi (2009) e “Nessuno mi può giudicare” di Massimiliano Bruno (2011).

Testo e significato de “L’italiano” di Toto Cutugno

La canzone parla di vizi, virtù e stereotipi d’Italia, un Paese a cui vengono imputati, ad esempio, un eccessivo americanismo (“troppa America sui manifesti”) e, forse, una eccessiva “disinvoltura” a livello sessuale (“con più donne sempre meno suore”).

Ma l’Italia resta un Paese del quale essere fieri di appartenere: è un inno di orgoglio italiano, con i simboli e luoghi comuni narrati con fierezza. Dalla chitarra in mano agli spaghetti, insieme ai grandi artisti e all’amore, all’emotività. Il canto diventa motivo d’espressione del Belpaese (“perché ne sono fiero, sono un italiano, un italiano vero”).

Non possono mancare i riferimenti al calcio dopo la vittoria nel Mondiale del 1982: si parla della moviola della domenica e di una bandiera da portare. Viene inoltre citato l’allora presidente della Repubblica Sandro Pertini (“un partigiano come presidente”).

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