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VIRALI 25 MARZO 2025

Squalo cavalcato dal polpo in mezzo al mare: l'avvistamento

Mirko Ledda

Mirko Ledda

Editor e videomaker

Attualità, alimentazione, pop economy, tecnologia e scienza: le mie passioni sono accomunate dai numeri e dalla ricerca della verità. Quando non scrivo articoli per nerd, monto video e faccio sproloqui in radio.

Un’incredibile scena marina è stata ripresa al largo della Nuova Zelanda: un polpo Maori aggrappato alla testa di uno squalo mako. Il raro incontro, immortalato dai ricercatori dell’Università di Auckland nel dicembre 2023 e pubblicato sui social in questi giorni ha immediatamente suscitato stupore tra gli studiosi e gli appassionati di vita marina.

Durante una spedizione nella Hauraki Gulf, vicino all’isola di Kawau, il team di ricerca stava monitorando il comportamento degli squali quando ha notato questo strano connubio tra due specie molto distanti.

“All’inizio pensavo fosse una boa o che lo squalo si fosse fatto male”, ha raccontato la biologa marina Rochelle Constantine alla stampa. La studiosa ha anche spiegato che sono serviti un drone e una videocamera subacquea per rivelare la sorprendente verità: un polpo stava cavalcando lo squalo.

Cosa sappiamo del Sharktopus

L’incontro tra il polpo Maori, il più grande del suo genere nell’emisfero australe, e lo squalo mako ha lasciato perplessi gli esperti. I polpi tendono infatti a vivere sui fondali marini, mentre i mako frequentano acque aperte e profonde, rendendo questo avvistamento un vero mistero.

Secondo Constantine, entrambi gli animali sembravano a proprio agio: “Lo squalo non sembrava infastidito e il polpo sembrava tranquillo”. Tuttavia i ricercatori non hanno potuto osservare l’esito finale dell’incontro, dato che hanno lasciato la scena dopo dieci minuti.

Le implicazioni per la ricerca marina

L’avvistamento del Sharktopus – il nome di una famosa saga di B movie televisivi trasmessi dalla rete televisiva americana da SyFy – evidenzia quanto ancora ci sia da scoprire sugli ecosistemi marini e sui comportamenti delle specie che li abitano.

“Questo evento ci ricorda le meraviglie dell’oceano“, ha dichiarato ancora Constantine a The New York Times. “Uno degli aspetti più affascinanti della ricerca marina è che non sai mai cosa potresti scoprire”.

L’Università di Auckland spera che episodi come questo aiutino a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della conservazione degli habitat marini e sulla protezione di specie fondamentali come il mako e il polpo Maori.

Lo squalo mako e il polpo maori sono pericolosi?

Lo squalo mako (Isurus oxyrinchus) è noto per essere il più veloce tra gli squali, raggiungendo velocità di circa 50 km/h. Sebbene sia un predatore aggressivo e potente, gli attacchi agli esseri umani sono rari.

Tuttavia, a causa della sua velocità e delle dimensioni considerevoli – può infatti superare i 4 metri di lunghezza – è considerato potenzialmente pericoloso, soprattutto se provocato o intrappolato in reti da pesca.

Il polpo Maori (Macroctopus maorum), invece, non rappresenta una minaccia per l’uomo. Nonostante le sue dimensioni imponenti, è una creatura piuttosto schiva e utilizza la sua intelligenza e capacità mimetica per evitare i pericoli piuttosto che affrontarli.

È piuttosto l’uomo a rappresentare una minaccia per questi due animali. Il mako è considerato in pericolo di estinzione a causa della pesca intensiva ed è spesso catturato intenzionalmente per le pinne e le sue carni. Il Maori finisce invece spesso nelle reti della pesca a strascico.

L’inquinamento, con l’acidificazione e il riscaldamento globale, sta facendo il resto, cambiando l’habitat in cui queste due specie vivono, con meno disponibilità di cibo e condizioni di vita più difficili.

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