Gli squali sono tra gli animali più affascinanti e temuti del pianeta. Una delle loro caratteristiche più strane è che non dormono, o meglio che hanno sempre bisogno di stare in movimento per “pompare” acqua nelle branchie e ricavarne l’ossigeno, e anche quando riposano non possono stare fermi. I ricercatori della Save Our Seas Foundation hanno però scoperto che alcuni squali del reef nella barriera corallina delle Seychelles schiacciavano brevi pisolini, comodamente nascosti sotto i coralli.
Gli squali fanno pisolini: la nuova scoperta cambia tutto
Lo studio è stato pubblicato sul Journal of Fish Biology. Gli squali grigi del reef erano finora considerati tra le specie che respirano usando la ram ventilation: devono stare sempre in movimento e nuotare con la bocca aperta per trovare l’ossigeno di cui necessitano. A quanto pare gli squali grigi del reef possono usare anche un altro metodo per respirare che i ricercatori della SOSF hanno osservato: la “pompa boccale“, che prevede di aspirare l’aria con la bocca e usare i muscoli delle guance per spingerla attraverso le branchie.
In pratica, gli esemplari di questa specie di squalo si mettono sotto i coralli e stanno immobili, muovendo solo lievemente la bocca per generare il flusso d’acqua necessario. In questo modo possono schiacciare dei pisolini di circa 40 minuti prima di rimettersi in moto per respirare più profondamente.
Le vecchie ipotesi sul riposo degli squali: cosa sapevamo
Già un altro studio di qualche anno fa aveva scoperto che gli squali riposano per brevi periodi. L’analisi aveva preso in esame la specie di squalo notturno dal manto a scacchiera (Cephaloscyllium isabellum) che vive vicino alle coste della Nuova Zelanda.
Dal monitoraggio dell’attività fisica di questi animali si è osservato che raggiungono consumi di ossigeno più elevati quando nuotano attivamente, mentre calano nelle fasi di riposo per poi raggiungere i livelli minimi quando mostrano un comportamento associabile al sonno, ovvero quando rimangono fermi per almeno 5 minuti con il corpo mantenuto in posizione orizzontale.
In questa fase, il tasso di assorbimento dell’ossigeno è un terzo rispetto a quello registrato durante la nuotata attiva, ed è pari alla metà di quello misurato a riposo. Gli squali si sono poi dimostrati più propensi a chiudere gli occhi durante i pisolini diurni, probabilmente per ripararsi dalla luce; durante la notte, invece, gli occhi sono risultati aperti nel 38% dei casi.
Altre volte gli squali “surfano” le correnti oceaniche, ovvero scivolano con la testa all’indietro e lasciano che la corrente li riporti alla posizione di partenza, come se fossero su un nastro trasportatore che permette loro di riposarsi.
Perché si pensava che gli squali non dormissero mai
Fino a poco tempo fa si pensava che gli squali negli oceani non dormissero mai. Questo perché necessitano appunto di un continuo afflusso di acqua attraverso le branchie che permette il diffondersi dell‘ossigeno in tutti gli organi. Per respirare alcune specie di squali hanno bisogno di muoversi e non possono mai cadere in un sonno profondo, ma al massimo spostarsi più lentamente.
Coordinando il nuoto grazie al midollo spinale, possono mettere a riposo una parte del loro cervello, assumendo una fase di dormiveglia. Per gli squali si può parlare di un sonno apparente simile a quello che si definisce il “sonno del guerriero”, anche se privi di momenti di sonno profondo, essi non perdono mai energie e funzionalità corporee.