C’è un momento, appena prima del suono della campanella, in cui le dita si muovono frenetiche sugli schermi. Un messaggio, un’emoji, uno sguardo ai social. Un rituale noto ai giovanissimi, a cui pochi sanno rinunciare in quest’epoca digitale, dove uno smartphone diviene una estensione del nostro stesso corpo.
Questa abitudine verrà meno per molti studenti delle scuole superiori, a partire da settembre 2025. Il cambiamento ci sarà, ma è lecito domandarsi cosa cambierà davvero. L’annuncio ufficiale è arrivato, le regole sono state scritte, e già dalla Maturità 2025 gli smartphone collegabili a internet saranno vietati: tuttavia, tra aule, corridoi e zaini pieni di abitudini, la partita è tutta da giocare.
Il divieto agli smartphone esteso alle superiori
Dopo anni di dibattito e tentativi disomogenei da parte di presidi e consigli d’istituto, il Ministero dell’Istruzione ha deciso di estendere il divieto dell’uso degli smartphone anche alle scuole superiori, con l’avvio del nuovo anno scolastico a settembre 2025. La misura, già applicata formalmente alle scuole primarie e secondarie di primo grado, diventa ora parte integrante anche della quotidianità dei licei e degli istituti tecnici e professionali.
La novità è contenuta in una circolare ministeriale firmata dal ministro Giuseppe Valditara, che richiama espressamente il principio secondo cui l’ambiente scolastico deve essere un luogo di concentrazione, dialogo e rispetto reciproco, senza distrazioni digitali.
La disposizione prevede che l’uso dei cellulari sia vietato durante le ore di lezione, salvo specifiche attività didattiche che ne giustifichino l’utilizzo e solo sotto la supervisione del docente. Restano escluse, ad esempio, le attività inclusive che coinvolgono studenti con bisogni educativi speciali, per i quali il dispositivo può rientrare tra gli strumenti compensativi.
Ma il nodo centrale è più culturale che giuridico. Molti si chiedono se questa misura risolverà davvero i problemi di attenzione, rendimento e rispetto che affliggono molte aule. Oppure se si tratti dell’ennesimo provvedimento “a effetto”, destinato a scivolare nel dimenticatoio tra le interpretazioni che ogni istituto farà della normativa.
Studenti divisi, insegnanti cauti: le reazioni
Non sono mancate le reazioni al nuovo provvedimento. Se da un lato molti docenti plaudono alla linea dura, altri sollevano dubbi sulla concretezza del controllo. “Non voglio passare la mattina a fare il poliziotto”, dice una professoressa di lettere di un liceo classico romano. “Se manca un patto chiaro con le famiglie, diventa impossibile gestire la situazione”.
Gli studenti, dal canto loro, si dividono tra chi teme un “ritorno al medioevo” e chi ammette, con una punta di sollievo, che forse “disconnettersi fa bene”. Una studentessa di 17 anni, intervistata fuori da un istituto tecnico di Bologna, racconta: “All’inizio ero contraria, ma poi ho notato che nelle ore senza telefono riesco a concentrarmi di più. Non avere la tentazione nel banco fa la differenza”.
Alcuni istituti hanno già iniziato a sperimentare zone di deposito all’ingresso, dove i cellulari vengono lasciati a inizio giornata. Altri, più radicali, usano sacchetti sigillati dove riporre i dispositivi elettronici. Le soluzioni sono molte, ma pare evidente che la tenuta del sistema dipenderà dalla coesione educativa tra scuola, famiglia e studenti.
Valditara contro l’uso eccessivo dei cellulari
Il Ministro Valditara ha motivato la decisione evidenziando come, alla luce delle ricerche internazionali pubblicate da OCSE, “l’uso eccessivo o non corretto dello smartphone può produrre effetti negativi sulla salute, il benessere degli adolescenti e sulle prestazioni scolastiche”.
In particolare, il 25% degli adolescenti presenta forme di dipendenza digitale, con sintomi di astinenza, peggioramento del sonno e perdita di concentrazione. A risentirne, nemmeno a dirlo, è spesso il rendimento scolastico.
“Tale intervento appare ormai improcrastinabile alla luce degli effetti negativi, ampiamente dimostrati dalla ricerca scientifica” le parole del Ministro. Attraverso la circolare ministeriale del 16 giugno 2025, è stato stabilito che l’uso del cellulare è vietato in qualsiasi momento della giornata scolastica. Valditara ha invitato le scuole ad aggiornare i regolamenti interni e i Patti di corresponsabilità educativa, introducendo specifiche sanzioni disciplinari per chi violi il divieto. Spetta ai singoli istituti definire come farlo rispettare. La palla, a questo punto, passa a loro, attesi da una prova dei fatti che pare non essere semplicissima.