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CURIOSITÀ 13 SETTEMBRE 2023

Basta tablet e smartphone: perché a scuola tornano carta e penna

Scuola e tecnologia sono ormai da qualche tempo un binomio indissolubile. O almeno così pare. Se da un lato la tecnologia è entrata prepotentemente e con profitto nelle aule attraverso la digitalizzazione, dall’altro lascia più di qualche dubbio su come venga utilizzata dai giovani e come possa diventare controproducente ai fini didattici.

Quella stessa tecnologia che è stata fondamentale durante la pandemia di Covid-19 e le restrizioni che hanno portato – anche in Italia – all’utilizzo massiccio della DAD, oggi viene vista e vissuta sempre con meno entusiasmo.

Laddove il progresso smette di essere un valido aiuto e diventa un ostacolo alla didattica si prendono delle doverose contromisure, riducendo o, addirittura, vietando l’utilizzo di tablet e smartphone nelle classi.

La prima in Europa a fare un passo indietro da questo punto di vista è stata la Svezia e, con ogni probabilità, non rimarrà un caso isolato. La strada sembra tracciata: uno scenario di giovani senza smartphone potrebbe essere plausibile.

Perché la Svezia ha fatto un passo indietro sulle tecnologie a scuola

La notizia che arriva dalla penisola scandinava ha dell’incredibile: nelle scuole svedesi tornano, infatti, carta e penna, almeno per i bambini con età inferiore ai 6 anni.

Una scelta che vede andare la Svezia controcorrente rispetto a quanto deciso alcuni fa, con la digitalizzazione del sistema scolastico nazionale.

La decisione si è resa necessaria dopo il generale calo dell’apprendimento e della capacità di leggere e ricordare informazioni. Una ricerca sulle abilità di lettura ha decretato un punteggio di 544, contro i 555 punti del precedente studio risalente al 2016.

La decisione del Ministero dell’Istruzione di tornare a una scuola cartacea cerca di invertire la rotta e interrompere questa preoccupante tendenza. Ha sollevato anche qualche critica nel Paese, ma che alla lunga potrebbe portare i risultati sperati.

Tablet e smartphone a scuola non servono: la bocciatura dell’Unesco

Contro la crescente distrazione degli studenti in classe data da telefoni cellulari e tablet è intervenuta anche l’Organizzazione delle Nazioni Unite: un nuovo rapporto dell’Unesco mette in guardia contro l’uso eccessivo di questi strumenti, affermando che i benefici che apportano scompaiono quando vengono utilizzati in eccesso o senza la guida di un insegnante.

L’utilizzo dei dispositivi elettronici dovrebbe essere finalizzato a migliorare le esperienze di apprendimento e non a discapito di studenti e insegnanti. Il rapporto GEM 2023 ha evidenziato come in quattordici Paesi la semplice vicinanza di un dispositivo mobile distragga gli studenti e comporti un impatto negativo sull’apprendimento.

A seguito dei dati raccolti, l’Unesco ha raccomandato il divieto globale di utilizzo degli smartphone in classe. L’impegno, su più vasta scala, è quello di insegnare ai più giovani a vivere sia con che senza la tecnologia.

Nei casi di “intossicazione” grave, indistintamente per ragazzi e adulti, si sta iniziando a parlare di digital detox, per imparare a separarsi dai device che pervadono le nostre vite.

Gli smartphone non aiutano a imparare: lo studio della Milano-Bicocca

A conclusioni simili in merito ai rischi per l’apprendimento legati a smartphone e tablet è giunta anche uno studio dell’Università di Milano Bicocca, il primo svolto in Italia.

La ricerca, condotta da Tiziano Gerosa, ricercatore della Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana, e Marco Gui, direttore del Centro Benessere Digitale della Milano-Bicocca, ha testato le principali ipotesi sul ruolo dello smartphone.

I risultati non mostrano benefici per coloro che sono entrati in possesso precocemente del telefonino, neppure tra gli studenti più motivati allo studio. L’aspetto negativo riguarda anche quei giovani che passano molto tempo davanti a tv e videogiochi.Altre ricerche sono in corso: in particolare, il progetto EYES UP analizzerà l’impatto di un insieme di dispositivi ed esperienze online precoci sui livelli di apprendimento nel corso della carriera scolastica degli studenti dalla primaria alla secondaria di II grado.

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