Il caffè è la bevanda più amata non solo in Italia ma in tutto il mondo. La nota pausa caffè è un momento attesissimo da chiunque nel corso della giornata per rilassarsi un paio di minuti e ricaricarsi. C’è chi predilige la moka, chi l’espresso del bar, in ogni caso, un nuovo studio ha dimostrato che il segreto per preparare un caffè perfetto è stato svelato analizzando ciò che avviene nel magma delle eruzioni vulcaniche. Sembra impossibile immaginare un legame tra i crateri colmi di liquido incandescente e la bevanda dall’aroma intenso e dal colore scuro, eppure il processo di lavorazione dei chicchi ha molto in comune con ciò che determina le esplosioni vulcaniche.
La ricetta del caffè espresso perfetto scoperta grazie ai vulcani
Lo studio citato è stato pubblicato sulla rivista Matter e realizzato grazie alla collaborazione tra chimici e geologi dell’università dell’Oregon negli Stati Uniti. Altro che caffè bruciato, se si sta attenti ad alcuni dettagli si riesce a preparare l’espresso perfetto. Il primo autore dello studio e vulcanologo Joshua Méndez Harper ha spiegato che “durante l’eruzione il magma si rompe in tante piccole particelle che poi escono dal vulcano in un grande pennacchio e, durante l’intero processo, quelle particelle si sfregano l’una contro l’altra e si caricano fino a produrre dei fulmini. Grosso modo è la stessa cosa che accade durante la macinazione del caffè, quando si prendono i chicchi e si riducono in polvere fine”. Tuttavia, dalla misurazione dell’elettricità statica prodotta macinando diversi tipi di chicchi di caffè, tostati in maniera industriale o casalinga, che variavano in base a fattori come il paese d’origine, il metodo di lavorazione, il colore della tostatura e il contenuto di umidità, si è scoperto che viene prodotta meno elettricità quando il caffè ha un contenuto di umidità interna più elevato e quando viene macinato in modo più grossolano. La tostatura chiara produce meno carica, mentre le tostature più scure producono una carica complessiva maggiore.
Sperimentando la macinazione a getto d’acqua si è invece dimostrato che oltre a ridurre l’elettricità statica e lo spreco di prodotto, comporta anche un tempo di estrazione più lungo producendo un infuso dal gusto più forte. Secondo i ricercatori, questi miglioramenti nell’estrazione del caffè potrebbero aumentare la concentrazione del 10-15% a parità di quantità di prodotto secco, con “enormi implicazioni in termini di risparmio di denaro e miglioramento della qualità”. Il segreto per preparare un caffè espresso più intenso sta nel macinare i chicchi con la giusta umidità proprio come avviene nel magma.
Che cos’è la triboelettrificazione e cosa c’entra con il caffè
L’elettricità statica durante la macinazione dei chicchi è prodotta attraverso un processo che si chiama triboelettrificazione. Questo fenomeno è simile a quello che avviene durante un’eruzione vulcanica e può influenzare il prodotto finale. Il team di ricerca ha scoperto che la materia prima con un contenuto di umidità più elevato produce meno elettricità statica e che una macinatura più grossolana è preferibile.
L’aspetto cruciale della ricerca è stato proprio l’aggiunta di acqua durante la macinatura. Preparando un espresso con chicchi identici, con e senza l’aggiunta di una piccola quantità d’acqua, hanno scoperto che aggiungere solo un tocco di liquido migliorava la consistenza di ogni espresso, allungava il tempo di estrazione e produceva una bevanda più forte. La comprensione della triboelettrificazione, quindi, migliora la comprensione del processo di preparazione del caffè e apre la strada a ulteriori ricerche su come i piccoli cambiamenti possano influenzare significativamente la qualità della bevanda.