E’ una delle parole che impariamo per prime quando siamo piccolini e, anche se non riusciamo a pronunciarlo fin da subito, ne conosciamo il significato e lo accompagniamo con il gesto delle nostre manine.
Ma perché per salutare si dice “ciao”?
Questa forma di saluto è conosciuta praticamente in tutto il mondo e si usa sia quando incontriamo qualcuno, sia quando ci congediamo da esso per andare via: è considerata confidenziale, quindi è gradita soprattutto se conosciamo le persone a cui la rivolgiamo abbastanza bene da poter dar loro del tu.
Una forma dialettale
Anche se potrebbe sembrare strano, questo termine deriva una parola tutt’altro che positiva, cioè “schiavo”: per essere più precisi, risale al dialetto veneziano “s’ciao”, corrispondente del latino “sclavus”. Fino agli inizi del 1900, l’espressione era usata come estrema forma di cortesia e rispetto e significava, praticamente, “servo vostro”. Per questo, ancora oggi, “ciao” è un modo di salutare che esprime amicizia e complicità.
In Veneto, Lombardia e Canton Ticino, chi parla in dialetto usa ancora la parola originale “s’ciao”, specialmente alla fine di frasi che esprimono rassegnazione o felicità per aver evitato un potenziale pericolo.
La curiosità
Una curiosità: una delle poche lingue che non ha una parola corrispettiva di “ciao”, è l’albanese, nel quale non esiste un’espressione specifica per salutare qualcuno.
Oggi hai imparato perché per salutare si dice “ciao”!