Non si è mai troppo grandi per i regali di Natale, le uova di Pasqua e le calze della Befana! Ma perché i bambini monelli ricevono il carbone nella notte dell’Epifania? La tradizione di infilare carbone o cenere nelle calze o nelle scarpe è antichissima e nasce dai falò che le popolazioni nordiche, soprattutto i Celti, accendevano per propiziare raccolti abbondanti dopo i mesi più freddi: si bruciavano sterpaglie per ripulire i campi e fantocci che rappresentavano l’inverno da scacciare e ciò che ne restava veniva donato ai bambini insieme a dei dolcetti, per celebrare il rinnovamento stagionale. I Romani ereditarono i riti pagani e li adattarono al loro calendario: nelle 12 notti dopo la festa del “Sol Invictus”, che si celebrava il 25 dicembre e che i Cristiani trasformarono in Natale, credevano che una vecchietta gobba, col naso adunco e vestita di stracci, volasse sopra i campi per renderli più fertili. Era probabilmente Pertcha, una figura celtica simbolo dell’anno vecchio, identificata poi con la Befana nel Medioevo: secondo la morale cattolica, la vecchina impersonava contemporaneamente il bene e il male e per questo premiava i bimbi buoni con caramelle e dolcetti e puniva quelli monelli con carbone e aglio. Oggi hai imparato perché i bambini monelli ricevono il carbone!