Con l’arrivo del freddo, per i jet si presenta il problema della formazione di ghiaccio sulla superficie delle ali e della carlinga: un’eventualità davvero pericolosa. Ecco perché con l’operazione del deicing si provvede prontamente alla sua rimozione. Il ghiaccio, infatti, può far assumere ad un velivolo caratteristiche aerodinamiche diverse da quelle con cui è stato progettato, con conseguenze imprevedibili riguardo la modalità di risposta ai comandi. Inoltre, il movimento dei flap, cioè le parti mobili dell’ala impiegate nelle fasi di decollo e atterraggio, può esserne seriamente ostacolato. Altra zona a rischio è la parte anteriore dei motori, da cui i propulsori “inspirano” l’aria necessaria per funzionare: in questo caso, la presenza di ghiaccio può ridurre la superficie di imbocco, peggiorandone le prestazioni. In genere, l’operazione di deicing dura 10/15 minuti e vede coinvolti dei mezzi speciali che spruzzano sugli aerei una miscela di acqua e liquido antigelo. Per rimuovere il ghiaccio che si forma in volo sulle ali, invece, vengono adottate diverse soluzioni, tra cui sistemi pneumatici come le camere d’aria, che al comando del pilota, si gonfiano in sequenza e rompono la patina ghiacciata o il riscaldamento della superficie alare con resistenze elettriche Per il deicing, attorno ad ogni aereo devono lavorare contemporaneamente ben 4 mezzi ed ogni aeroporto ne ha in dotazione un numero specifico a seconda delle proprie esigenze: lo scalo internazionale di Francoforte, ad esempio, ne conta 58, mentre a Fiumicino, dove il clima invernale è decisamente meno rigido, ce ne sono soltanto 4.