Ci sono storie che sembrano scolpite nel legno, pronte a riaffiorare con tutto il loro carico di mistero. Sono tracce che lo scorrere tempo si affievoliscono, ma che il mare ha protetto gelosamente.
Tra quelle storie e leggende, ce n’è una che ha viaggiato attraverso le rotte dell’Impero Britannico, i sogni dell’esplorazione e le acque dell’Oceano Pacifico. Dopo quasi due secoli e mezzo, dalle acque è riaffiorata una nave che ha cambiato la storia.
Si tratta dei resti della HMS Endeavour, la leggendaria nave del Capitano James Cook, oggi tornati alla luce. Il ritrovamento non è solo archeologia, ma anche memoria di un’epoca che ha riscritto la geografia del mondo.
I mille nomi di una nave leggendaria
La HMS Endeavour non era una nave come le altre. Salpata dall’Inghilterra nel 1768, fu la protagonista della prima grande spedizione di James Cook nell’Oceano Pacifico. Con a bordo naturalisti, astronomi e cartografi, l’Endeavour raggiunse Tahiti, la Nuova Zelanda e la costa orientale dell’Australia, lasciando dietro di sé un’impronta indelebile nella storia della scoperta geografica.
Fu ribattezzata Lord Sandwich nel 1775. Il cambio di nome avvenne quando la nave fu venduta dalla Royal Navy a un armatore privato, per poi essere requisita nuovamente per scopi militari.
Nel corso del anni venne rinominata e riutilizzata più volte dalla Royal Navy, fino al suo affondamento nel 1778 al largo di Newport (nel Rhode Island, Stati Uniti), durante la Guerra d’Indipendenza americana. Per secoli si è cercato quel relitto, ma i suoi cambi d’identità e la confusione tra decine di imbarcazioni affondate nella stessa baia, hanno reso le ricerche un autentico rompicapo.
Solo nel 2022, dopo anni di lavoro sul campo e confronti tra fonti britanniche e americane, i ricercatori dell’Australian National Maritime Museum hanno annunciato il ritrovamento. Ma l’eco della scoperta si è fatta sentire forte solo di recente, con la conferma definitiva dell’identità del relitto.
La contesa sulla proprietà del relitto
Il ritrovamento dell’Endeavour ha aperto anche una riflessione più ampia su chi possa (o non possa) rivendicare la proprietà di un reperto del genere. L’Australia la considera simbolo della propria nascita come nazione moderna, il Regno Unito l’aveva commissionata e guidata, gli Stati Uniti hanno custodito sui propri fondali per secoli il relitto.
Se le questioni diplomatiche restano aperte, sicuramente non possono mettere in secondo piano il valore simbolico del ritrovamento. Non si tratta solo di legno consumato dal tempo o chiodi corrosi dalla salsedine. La HMS Endeavour rappresenta l’epoca dell’esplorazione scientifica, della conoscenza e della colonizzazione. Proprio per quanto concerne quest’ultimo aspetto, per molte popolazioni indigene dell’Australia il passaggio di Cook segna l’inizio di una storia dolorosa di invasione. Anche per questo motivo il recupero del relitto assume un significato complesso e stratificato, dandoci l’occasione di guardare al passato senza nascondere le contraddizioni della storia.
Non tutto il relitto potrà essere sollevato dal fondo marino, in quanto alcune parti della nave sono troppo deteriorate. Tuttavia, una selezione di reperti verrà esposta al pubblico, probabilmente in Australia, dove la nave è ancora vista al parti di una reliquia nazionale.
Chi era il Capitano James Cook
Il Capitano James Cook è stato uno dei più grandi esploratori della storia moderna, nonché cartografo, ufficiale della Royal Navy britannica e pioniere della navigazione scientifica.
Se Cristoforo Colombo ha scoperto l’America, anche Cook ha ottenuto risultati non trascurabili. Tra il 1768 e il 1771 mappò accuratamente la Nuova Zelanda. Fu il primo europeo a sbarcare sulla costa orientale, che chiamò New South Wales, rivendicandola per la Gran Bretagna.
Tra il 1772 e il 1775 si avvicinò all’Antartide, dimostrando che non esisteva un grande continente australe abitabile. Tra il 1776 e il 1779 l’obiettivo fu quello di trovare il leggendario Passaggio a Nord-Ovest, dal Pacifico all’Atlantico. Durante questo viaggio esplorò le Hawaii, l’Alaska e la costa nordamericana. Il viaggio terminò tragicamente quando Cook fu ucciso a Kealakekua Bay il 14 febbraio 1779, durante un conflitto con i nativi locali.
Quella di James Cook è oggi una figura controversa: celebrato come un genio della navigazione, è anche considerato da molti popoli indigeni come il responsabile delle invasioni e della perdita di sovranità. La sua storia, come quella delle sue navi, è complessa, affascinante e sempre al centro di dibattiti storici e culturali.