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CURIOSITÀ 23 APRILE 2025

Avvistato "mostro marino", ma sono due parassiti: il video

Stefania Bernardini

Stefania Bernardini

Giornalista e videomaker

Giornalista professionista dal 2012, ho collaborato con le principali testate nazionali. Scrivo e realizzo servizi TV di cronaca, politica, economia e spettacolo. Ho esperienze nella redazione di testate giornalistiche online e televisive e lavoro anche nell’ambito del social network.

Il video di un team di scienziati ha catturato le immagini di quello che sembra un mostro marino, in realtà si tratta di due parassiti attaccati a un pesce ratto. Il filmato mostra Un nuovo, scioccante filmato mostra una coppia di succhiasangue attaccati alla testa dell’animale. Il video è stato condiviso dallo Schmidt Ocean Institute in un post su Facebook.

Un “mostro degli abissi” filmato a oltre 1.000 metri

Nel video si vedono i due copepodi – piccoli crostacei – posizionati ai lati della testa del loro ospite, facendolo sembrare un mostro marino. Le lunghe sacche ovariche attaccate alla parte posteriore dei parassiti fanno sembrare che il pesce abbia un paio di code di maiale.

I copepodi si nutrono di sangue e fluidi del loro ospite usando l’apparato boccale raschiante, incastonato nei muscoli del pesce. Gli scienziati hanno ripreso il filmato a una profondità di 489 metri durante una spedizione per esaminare il fondale marino e la biodiversità delle Isole Sandwich Australi, una catena di 11 isolotti vulcanici subantartici nell’Oceano Atlantico meridionale.

“I copepodi appartengono a una specie chiamata Lophoura szidati e sono attaccati alla testa di un pesce coda di ratto del genere Macrourus”, hanno scritto i ricercatori nel post su Facebook.

I Macrourus sono comunemente noti come granatieri o coda di ratto per via delle loro grandi teste e della coda sottile. Questi pesci di profondità, molto diffusi, vivono nelle fredde acque dell’Oceano Atlantico settentrionale e meridionale, così come nell’Oceano Antartico che confina con le acque antartiche, e si trovano a profondità comprese tra 400 e 3.185 metri.

Perché i parassiti sono importanti per l’ecosistema

Riguardo ai parassiti dei pesci di profondità nelle acque antartiche, non si hanno molte informazioni. Uno dei più comuni è L. szidati che appartiene alla famiglia degli Sphyriidae. Le femmine di questa specie usano l’apparato boccale per perforare il corpo di vari pesci e nutrirsi del tessuto muscolare dell’ospite.

Molti copepodi parassiti attraversano diverse fasi del loro ciclo vitale e in genere trovano i loro ospiti durante lo stadio larvale. Queste minuscole larve si insinuano nella pelle dell’ospite e iniziano a nutrirsi. Durante questo periodo subiscono una metamorfosi e sviluppano dei fissaggi anteriori che servono da ancore per mantenerli attaccati ai loro ospiti durante la crescita.

Attualmente si sa ancora molto poco sul ciclo vitale e sulla durata di questi parassiti, ma è noto che sono elementi permanenti per i pesci e probabilmente vivono per diversi mesi. Inoltre, gli scienziati hanno specificato che anche dopo la morte del parassita, alcuni resti possono essere trovati nell’ospite per molti anni dopo il decesso.

Sebbene i parassiti possano sembrare degli esseri nocivi, dal punto di vista ecologico svolgono azioni fondamentali per l’equilibrio dell’ecosistema sia sulla terra che nel cuore dell’oceano, per esempio impedendo l’esplosione demografica di specie che potrebbero causare danni in grandi numeri.

Secondo alcune stime abbiamo finora identificato e classificato appena il 10% di tutte le specie parassite del pianeta, e secondo gli autori del primo piano globale per la conservazione dei parassiti, pubblicato sulla rivista Biological Conservation, non le teniamo nella giusta considerazione quando si tratta di stilare piani di conservazione.

Avvistato "mostro marino", ma sono due parassiti: il video
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