La storia è piena di misteri più o meno indecifrabili che hanno portato l’uomo ad arrovellarsi alla ricerca di risposte che non sempre sono state soddisfacenti. L’incertezza che riguarda molti oggetti misteriosi del passato, infatti, ha tolto il sonno a molti esperti e appassionati.
Ora il libro più misterioso al mondo pare aver dato le risposte tanto desiderate. Si tratta del Manoscritto Voynich che, dopo accurati e prolungati studi, è stato finalmente decifrato. La scoperta è anche motivo di vanto per il nostro Paese in quanto il merito è di un’italiana.
Cos’è il Manoscritto Voynich che ha fatto impazzire gli studiosi
Il Manoscritto Voynich è un misterioso libro illustrato, scritto a mano in un sistema di scrittura indecifrabile, almeno fino a oggi. Nei secoli ha fatto impazzire gli studiosi, confondendo e al contempo affascinando linguisti, criptografi e appassionati di enigmi.
È considerato uno dei più elusivi manoscritti fra quelli risalenti al Medioevo. Secondo i risultati della datazione al carbonio risale alla prima metà del XV secolo. Le pelli utilizzate per realizzarlo provengono da animali morti probabilmente nei primi quattro decenni del secolo. Al suo interno, il codice quattrocentesco racchiude quattro trattati: un erbario, un lunario, un trattato di scienza idraulica e un trattato agronomico.
Il manoscritto deve il suo nome a Wilfrid Voynich, un antiquario e mercante di libri rari polacco-lituano che lo acquistò nel 1912 dal collegio gesuita di Villa Mondragone, non lontano da Roma. Il primo proprietario fu invece un collaboratore dell’imperatore del Sacro Romano Impero Rodolfo II, vissuto tra il 1552 e il 1612.
Resta invece il mistero su chi possa averlo scritto, ma è probabile sia intervenuta la mano di diversi autori. Qualche indizio su dove sia stato scritto invece c’è. Guardando le illustrazioni, infatti, si notano simboli zodiacali e la forma delle mura di un castello detta “merlo a coda di rondine”, tipica della cultura germanica meridionale o italica settentrionale.
Il manoscritto conservato all’Università di Yale è stato per sei secoli un rompicapo per gli studiosi di mezzo mondo. Non si tratta di un caso raro. Sono numerosi gli scritti di epoca medievale che non risultano di immediata comprensione. Basti pensare alla cosiddetta Bibbia del Diavolo, il più grande manoscritto dell’epoca che cela enigmi terrificanti.
Finalmente decifrato da un’italiana: cosa c’è scritto dentro
Si è sempre ritenuto che motivo che rendesse tanto criptico il Manoscritto Voynich avesse a che fare con il suo contenuto. Si è sempre sospettato che sesso e concepimento fossero temi affrontati al suo interno, in particolare nelle complesse raffigurazioni. Tali temi erano chiaramente soggetti a stretta censura nel periodo medievale.
Tra tanti studiosi che hanno provato a dare una interpretazione chiara del libro, è un’italiana ad aver trovato la chiave di volta. La filologa e scrittrice accademica Eleonora Matarrese ha il merito di aver decriptato il manoscritto. La ricercatrice ha innanzitutto svelato la lingua utilizzata, che corrisponde a un dialetto medio-alto tedesco. Da qui ha collegato il territorio della sua composizione alla Carnia.
Un prezioso aiuto per il conseguimento di tale risultato è arrivato dalla consultazione dell’erbario Gart der Gesundheit, datato 1486 e custodito all’interno della collezione del Museo Gortani e restaurato in tempi recenti dal Centro Studi e Restauro di Gorizia. Questo libro ha importanti similitudini con il Manoscritto Voynich, a partire dalla lingua in cui è composto. Inoltre, all’ingresso del Museo Carnico vi è parte di un affresco che illustra la cittadina di Tolmezzo nel XV secolo con il castello, le mura e le torri, intorno un corso d’acqua e in primo piano quattro figure femminili. Una di queste figure ricorda sia quella del foglio 57v che una donna nel cosiddetto “trattato delle acque”.