L’introduzione dell’Intelligenza Artificiale nel mondo del cinema e della musica ha suscitato un acceso dibattito, mettendo in evidenza sia gli aspetti tecnologici che etici di questa innovazione. Nel 2023, durante lo sciopero degli attori, uno degli argomenti più discussi è stato proprio l’uso dell’AI per replicare voci e sembianze, sollevando preoccupazioni sui diritti d’autore, la compensazione e l’autenticità delle performance artistiche. Recentemente, due film candidati agli Oscar, The Brutalist e Emilia Perez, sono stati al centro di queste polemiche. Entrambi hanno fatto ricorso a tecnologie avanzate come Respeecher, un software in grado di riprodurre e modificare le voci degli attori, generando una nuova onda di discussioni sul futuro della creatività cinematografica e musicale.
Le polemiche su The Brutalist
The Brutalist, un film che aveva suscitato grande aspettativa, è stato coinvolto in una controversia legata all’uso dell’Intelligenza Artificiale per modificare l’accento degli attori Adrien Brody e Felicity Jones. Il montatore del film, David Jansco, ha dichiarato di aver utilizzato Respeecher per “autenticare” le loro voci nelle scene in cui si parlava ungherese. L’AI è stata utilizzata per sostituire alcune lettere nelle loro performance vocali, mantenendo intatto l’interpretazione degli attori. Sebbene Jansco abbia sottolineato come l’uso di questa tecnologia fosse limitato alle scene in ungherese e non avesse alterato i dialoghi in inglese, la notizia ha sollevato un acceso dibattito tra i professionisti del settore. Molti hanno posto la questione dell’etica nell’impiego di AI per modificare aspetti così sensibili, come la voce e l’accento degli attori, alimentando il timore che questa pratica possa ridurre il lavoro dell’essere umano nel processo creativo. La risposta del regista Brady Corbet ha cercato di rassicurare il pubblico, sottolineando che l’uso dell’AI era finalizzato a preservare l’autenticità delle performance in un’altra lingua, senza alterare la natura della recitazione. Inoltre, il programma Midjourney è stato utilizzato per progettare edifici mostrati in una sequenza finale.
La discussione su quanto l’intelligenza artificiale possa (o debba) influenzare il lavoro artistico è destinata a rimanere al centro del dibattito nel futuro prossimo del cinema.
AI anche in “Emilia Perez”
Anche Emilia Perez ha fatto parlare di sé per l’uso di Respeecher, questa volta per ampliare la gamma vocale della protagonista Karla Sofia Gascon. Durante le registrazioni musicali del film, il tecnico del suono Cyril Holtz ha rivelato che la tecnologia è stata utilizzata per mescolare la voce di Gascon con quella della cantante francese Camille, autrice delle canzoni del film con l’intento era quello di arricchire la performance vocale. Non si tratta di un fenomeno nuovo nel mondo musicale: il mixaggio delle voci è stato utilizzato anche per Bohemian Rhapsody. La domanda che molti si pongono è se l’uso dello strumento Respeecher, che può praticamente clonare voci, rappresenti una violazione dell’integrità artistica o semplicemente un’innovazione che migliora la qualità del lavoro. Alcuni sostengono che, se utilizzato con trasparenza e rispetto per l’artista, l’uso dell’AI non debba essere visto come un tradimento dell’arte, ma al contrario come uno strumento per espandere le possibilità creative, senza sostituire mai l’elemento umano. Come nel caso di The Brutalist, il dibattito continua a dividersi tra chi abbraccia la tecnologia e chi teme che essa possa minare il valore del lavoro umano.
In un’epoca in cui la linea tra creatività umana e artificiale si fa sempre più sottile, il dibattito sull’uso dell’AI nel cinema e nella musica rimarrà uno degli argomenti più discussi. Quel che è certo è che il futuro della creatività è destinato a evolversi, e la sfida sarà trovare un equilibrio che permetta all’umanità di continuare a raccontare storie vere, anche in un mondo sempre più digitale. Forse un giorno vedremo un film interamente realizzato con l’AI ricevere un prestigioso Premio Oscar, segnando così una nuova era per l’industria cinematografica.