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NOTIZIE 07 MARZO 2022

Guerra in Ucraina, cosa significa nascere sotto le bombe

Tra i cittadini ucraini nei bunker ci sono anche donne incinte. Alcune di loro stanno partorendo nei sotterranei dei reparti maternità e i loro figli non hanno ancora mai visto la luce naturale al di fuori del rifugio. Molti neonati non hanno neanche conosciuto i loro padri che sono a combattere al fronte. Nella città di Mykolajiv, nel sud dell’Ucraina, il reparto di ostetricia è stato trasferito nel sottosuolo poco dopo lo scoppio della guerra, lo stesso è avvenuto anche in altre città. Mentre le figlie degli oligarchi russi si schierano contro i loro padri e contro il conflitto, nel Paese confinante e assediato si cerca di resistere. I bambini continuano a nascere, ma non in condizioni normali.

Cosa significa nascere sotto le bombe

Nei sotterranei ci sono donne che hanno appena dato alla luce un bambino oppure altre stese su delle coperte con i dolori del travaglio. Se c’è da fare un’operazione d’urgenza, bisogna trovare un team di medici e infermieri coraggiosi che risalgano in superficie per effettuare l’intervento in sala operatoria e poi si torna subito tutti nel bunker, compresa la neomamma e il suo bambino. Partorire sotto le bombe non è semplice e alle mamme aumenta il battito cardiaco e sale la pressione. I neonati sentono il malessere delle madri e nascono con anomalie nelle funzioni vitali. A questo si aggiunge il fatto che alcuni bambini vengono alla luce già orfani, con i padri deceduti nel conflitto. Nel reparto neonatale scavato sotto Mykolajiv c’è odore di fuoco e benzina e si sentono i sibili delle contraeree. La prima ucraina nata sotto le bombe è stata Mia, diventata un simbolo sul web. La piccola è venuta alla luce sulla panca di uno dei rifugi antiaerei di Kiev da una giovane di 23 anni che è stata sorpresa dalle doglie mentre la sua città veniva assediata. Le donne si dividono tra chi accoglie il figlio come un prodigio della vita che prevale sulla crudeltà umana e chi rimpiange il giorno in cui lo ha concepito per farlo nascere dopo nove mesi in un tunnel al suono degli allarmi e delle bombe. Se fino a qualche mese fa si viveva liberi e in un paese in pace, ora le neomamme hanno paura e sognano un mondo in cui poter tornare alla propria quotidianità.

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