La data di scadenza riportata sull’etichetta degli alimenti è l’incubo di tutti. Ma cosa succede se consumiamo cibo dopo la “deadline” indicata?
Come regola generale se a scadere è un alimento fresco è meglio gettarlo via senza indugio; al contrario, un cibo a lunga conservazione o conservato correttamente nel congelatore può essere consumato anche a distanza di una o due settimane dalla data di scadenza riportata.
Si consiglia quindi di non utilizzare il latte fresco dopo cinque giorni, mentre lo yogurt può essere consumato anche qualche giorno dopo la scadenza. A differenza dei formaggi a pasta dura, quelli freschi non andrebbero consumati dopo il giorno evidenziato in etichetta. I cibi secchi, come riso, pasta, biscotti, fette biscottate o tonno sono invece a conservazione lunga, con scadenze medie di due/tre anni.
Veniamo ora al miele. Come racconta la biologa nutrizionista Chiara Usai, grazie alla sua composizione chimica, è un alimento estremamente conservabile, se riposto correttamente a temperatura ambiente ed in un luogo buio e asciutto. Si spiegherebbe, così, la leggenda che vede rinvenuta un’anfora di miele, risalente alla Grecia Antica, perfettamente conservato.
A tal proposito la dottoressa chiarisce che, avendo un ridotto contenuto d’acqua ed invece un’elevata quantità di zuccheri, è un alimento cosiddetto “stabile”, difficilmente attaccabile dai lieviti. Ciononostante temperature elevate ed esposizione diretta alla luce lo possono “invecchiare”, facendogli perdere le sue caratteristiche organolettiche.
La data che troviamo sui barattoli, quindi, è solo quella entro cui tali proprietà sono garantite, ed oltre la quale si perdono enzimi, capacità antibiotiche e vitamine. In poche parole, consumare miele dopo la scadenza non fa né male né bene!