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CONSIGLI 14 FEBBRAIO 2024

Cosa fare con un cane randagio e chi chiamare se è ferito o in pericolo

Imbattersi in un cane randagio è una esperienza tristemente comune. Si tratta spesso di un animale abbandonato o addirittura maltrattato, che ha vissuto sulla propria pelle la crudeltà dell’essere umano e per questo può dimostrarsi aggressivo e diffidente. Cuccioli e adulti si trovano a vagare per le nostre città o campagne, apparentemente senza una meta, con l’unico scopo naturale e istintivo di sopravvivere, spesso in condizioni molto complicate.

Molte volte sono feriti e vivono una costante situazione di pericolo per se stessi e gli altri – basti pensare alla trasmissione di malattie o a potenziali incidenti che possono causare. Trovandoci di fronte a questa situazione è opportuno sapere cosa fare, sia per salvaguardare la vita dell’animale, sia per non fare in modo che il soccorso diventi un rischio in primis per chi lo attua.

Quanti sono i cani randagi in Italia: è allarme per Legambiente

I numeri del randagismo sono aumentati esponenzialmente dopo la pandemia. Durante il periodo del lockdown in molti hanno pensato di alleviare la solitudine di quei momenti con la compagnia di un animale domestico. In troppi però, a emergenza terminata, si sono trovati con un fardello troppo pesante da gestire.

E così quella compagnia tanto utile in emergenza all’improvviso è diventata un ostacolo alla vita di tutti i giorni. La conseguenza più stupida e immediata è quella di liberarsi di quell’amico fedele, incuranti delle conseguenze.

Secondo i dati il 37,7% degli italiani possiede un animale domestico e quasi nella metà dei casi si tratta di un cane. L’indagine di Legambiente chiamata Animali in città ha portato alla luce una situazione preoccupante. S

Sono circa due milioni i cani fantasma, cioè non registrati all’anagrafe canina. Tra i 200 e i 350mila sono randagi, mentre quelli vaganti sono fra i 400 e i 700mila. Un randagio è un cane senza padrone, mentre un cane vagante un padrone lo ha, ma viene lasciato libero di allontanarsi da casa in autonomia.

Il problema riguarda soprattutto il centro sud dello Stivale: Lazio e Campania da sole ospiterebbero un numero di cani vaganti compreso tra 120 e 200mila esemplari.

Nonostante le campagne mediatiche che ogni estate ci ricordano l’importanza di prendersi cura dei nostri amici a quattro zampe, la piaga dell’abbandono resta poi diffusissima. Solo nel 2022 sono stati 71mila i cani abbandonati dai loro padroni.

A cosa stare attenti se si trova un cane randagio: i pericoli

Trovarsi di fronte a un randagio non è una esperienza da non prendere alla leggera. In molti pensano che i pericoli possano nascere solo al cospetto di animali selvatici, come può essere l’incontro con un lupo. Ma anche un cane randagio può nascondere insidie.

Valutando le condizioni del cane e alcuni dettagli come la presenza di una targhetta di riconoscimento, bisogna innanzitutto capire se si è al cospetto di un randagio o di un cane vagante.

Se le condizioni dell’animale non sono ottimali, con evidente stato di incuria, ferite e comportamenti aggressivi o diffidenti, probabilmente si è tratta di un cane abbandonato.

Ci si può avvicinare con molta cautela dal fianco del cane, senza movimenti bruschi e usando un tono di voce dolce. L’obiettivo è quello di evitare che l’animale possa spaventarsi e reagire in modo scomposto.

Una buona tattica può essere quella di offrirgli acqua e cibo adatto per guadagnarsi la sua fiducia. Una volta appurato se si tratta di un cane pericoloso, è anche possibile mettergli un collare o usare dei trasportini in attesa dell’intervento delle forze dell’ordine o dei volontari comunali e delle associazioni.

Come capire se un cane è randagio o è una cane di quartiere

Esiste poi una sottile differenza tra cane randagio e cane di quartiere. Comprenderla non è difficile, basta solo un po’ di spirito di osservazione. Il cane di quartiere non è altro che un cane adottato dagli abitanti del posto, anche legalmente in alcune regioni d’Italia, e controllato periodicamente dall’ASL locale.

Qualora ci si trovasse al cospetto di un cane di dubbia provenienza, in questi casi sarà sufficiente chiedere agli abitanti della zona per avere conferma che si tratti di un animale innocuo che sta beneficiando delle attenzioni e delle cure della comunità.

Il cane di quartiere non è una soluzione al problema dei randagi. Si tratta di un modo per rendere meno invisibili alcuni randagi e impedire che continuino a mettere al mondo cuccioli, sterilizzandoli.

Come segnalare cane randagio e chi ne se può occupare

Una volta capiti i comportamenti corretti da tenere di fronte a un cane randagio per evitare di correre rischi, bisogna chiedersi cosa fare per salvaguardare la salute dell’animale e quella delle persone che persone che si imbattono in lui.

Un cane abbandonato è inconfondibile, perché si trova in evidente difficoltà. Non essendo abituato a vagare da solo, camminerà senza sosta, spesso mettendosi in pericolo. Cercate di fermarlo prima che si allontani ulteriormente.

Accertatevi delle sue condizioni di salute e se avete bisogno di aiuto chiamate le forze dell’ordine o i servizi veterinari delle ASL. Non chiamate direttamente il canile, in quanto gli addetti possono intervenire solo se chiamati dall’autorità competente.

Poiché potrebbe trattarsi di un cane appartenente ad un’altra persona, è necessario effettuare le dovute ricerche. La legge italiana vieta di appropriarsi indebitamente ed arbitrariamente di un cane che viene trovato libero.

Nel nostro Paese è obbligatoria l’identificazione tramite microchip, che permette di risalire al proprietario legittimo. Molti veterinari sono dotati di strumenti che permettono questo tipo di ricerca ed ai quali è possibile rivolgersi.

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