Il cioccolato, simbolo di piacere per molti, nasconde realtà complesse e poco conosciute, che minano la sostenibilità, sia dal punto di vista ecologico che sociale. La crescente domanda di cacao ha portato a un aumento dei prezzi e alla scarsità di materia prima, con impatti devastanti su coltivatori e foreste. Sebbene il settore stia cercando soluzioni, le sue problematiche richiedono un cambiamento radicale.
Perché il cioccolato non è sostenibile
Negli ultimi anni, i prezzi del cacao sono aumentati vertiginosamente a causa di eventi climatici estremi e la rapida diffusione di malattie come la “black pod disease”: un fungo che infetta i baccelli, i cuscinetti floreali, i germogli vegetativi, i fusti e le radici degli alberi di cacao. La malattia ha ridotto di molto le rese nelle principali aree di produzione, come Costa d’Avorio e Ghana. Di conseguenza si è verificata una diminuzione della disponibilità di cacao, con una riduzione globale della produzione pari al 14,2%, nella stagione 2023/2024. La situazione poi è aggravata dalle pratiche tutt’altro che etiche che riguardano la deforestazione e l’uso di manodopera minorile nelle coltivazioni. Le foreste tropicali, fondamentali per l’equilibrio ecologico e globale, stanno scomparendo a ritmi allarmanti, come testimoniano i 328mila ettari di foresta persi in Costa d’Avorio nel 2014.
Inoltre, i piccoli coltivatori sono spesso vittime di corruzione e sfruttamento, con pochi guadagni nonostante l’alto costo del cacao sui mercati internazionali.
Più sostenibile usando tutto il frutto
Per cercare di risolvere il problema della sostenibilità, un gruppo di ricerca dell’ETH Zurich ha sviluppato una soluzione innovativa che potrebbe rivoluzionare la produzione di cioccolato: ovvero l’uso dell’intero frutto di cacao, non solo dei semi.
Tradizionalmente, i semi di cacao vengono combinati con zucchero raffinato per produrre il cioccolato, ma i ricercatori stanno studiando anche il potenziale della polpa e della parte fibrosa che circonda i semi. La polpa, che contiene un succo dolce, può essere utilizzata al posto dello zucchero raffinato, riducendo così il bisogno di zucchero proveniente da altre coltivazioni.
Non solo, questa nuova “versione” del cioccolato sarebbe anche un’alternativa e più sana e sostenibile del cioccolato.
Questo approccio potrebbe non solo migliorare la sostenibilità, ma anche favorire un miglior reddito per i coltivatori, dando loro un incentivo a utilizzare l’intero frutto e a ridurre la dipendenza dai soli semi. Inoltre, utilizzando l’intero cacao, si potrebbe produrre cioccolato ad alta percentuale di cacao con una minore quantità di semi, il che aiuterebbe a ridurre la pressione sulle coltivazioni e a evitare crisi future legate alla scarsità. Questa innovazione potrebbe anche contrastare le problematiche legate al costo e alla qualità del cacao, rendendolo più accessibile e più responsabile dal punto di vista ambientale.
Tuttavia, l’adozione di questa pratica, a livello industriale, dipenderà dalla capacità delle grandi aziende di accettare il rischio di investire in nuovi processi e tecnologie. Alcuni concorrenti, come Nestlé e Lindt, hanno già sperimentato con prodotti simili, ma la vera sfida sarà capire se il mercato accoglierà questa innovazione. Chissà se modificare il cioccolato lo renderà davvero più ecologico, etico e giusto.