VIDEO
Cerca video
CURIOSITÀ 05 APRILE 2025

Immagini 3D svelano il cuore segreto dei Campi Flegrei

Stefania Cicirello

Stefania Cicirello

Editor e videomaker

Content writer, video editor e fotografa, ho conseguito un master in Digital & Social Media Marketing. Negli anni ho sviluppato competenze nella creazione di contenuti digitali, integrando creatività e abilità tecniche in diversi progetti online e adattando i contenuti alle diverse piattaforme.

Cosa si nasconde sotto la superficie dei Campi Flegrei? Fino ad oggi lo abbiamo potuto solo immaginare, ma ora la scienza ci offre una visione del tutto nuova. Grazie a una tecnologia avanzata di rilevamento geofisico, un team internazionale ha tracciato per la prima volta un’immagine tridimensionale dettagliata del sistema vulcanico che si estende nel sottosuolo dell’area flegrea, a ovest di Napoli. Il risultato è sorprendente e, per certi versi, inquietante: si tratta di una vera e propria mappa del cuore del supervulcano, che rivela l’architettura della caldera e la distribuzione del magma fino a 20 km di profondità. Una scoperta che potrebbe riscrivere la nostra comprensione dei fenomeni vulcanici in questa zona densamente abitata e ad alto rischio sismico.

Un’immagine mai vista prima del vulcano sotto Napoli

Per la prima volta, i Campi Flegrei sono stati osservati attraverso una “radiografia” del sottosuolo che ne ha restituito un modello tridimensionale fino a profondità mai esplorate con questo dettaglio. Questo studio, condotto da un consorzio di ricercatori italiani e internazionali e pubblicato su Communications Earth & Environment (Nature), ha permesso di ricostruire la caldera vulcanica nella sua interezza: una struttura colossale che si estende per oltre 200 km quadrati.

Le immagini 3D rivelano un sistema complesso di camere magmatiche, zone di accumulo e risalite di fluidi che alimentano l’attività vulcanica di superficie. Non si tratta solo di un’istantanea geologica, ma di una vera e propria rivoluzione nella conoscenza del comportamento interno del supervulcano, che potrebbe aiutare a interpretare in modo più accurato i segnali che arrivano dalla terra: tremori, sollevamenti del suolo, emissioni di gas. Tutti fenomeni — come fumarole, sollevamenti del suolo ed emissioni di gas — che da anni preoccupano la popolazione locale.

Come funziona la magnetotellurica e cosa ha rivelato

Il cuore della ricerca è una tecnica sofisticata chiamata magnetotellurica, basata sull’analisi delle variazioni dei campi elettrici e magnetici naturali generati dalla Terra. In pratica, i ricercatori hanno “ascoltato” le vibrazioni elettromagnetiche provenienti dal sottosuolo per ricavarne una mappa tridimensionale della resistività elettrica delle rocce. Questo parametro è strettamente legato alla composizione dei materiali e alla presenza di fluidi o magma. Laddove la resistività è bassa, è probabile che ci sia materiale fuso o acqua ad alta temperatura.

L’indagine ha rivelato la presenza di due zone principali: una più superficiale, tra i 3 e i 5 km, già nota agli studiosi, e un’altra molto più profonda, tra i 7 e i 20 km, che potrebbe rappresentare una riserva di magma ancora attiva. Il dato interessante è che queste due aree sembrano collegate da condotti verticali, una sorta di “sistema di alimentazione” del vulcano. Questo legame tra le strutture profonde e quelle superficiali rappresenta un tassello fondamentale per comprendere le future evoluzioni dell’attività vulcanica.

Perché questo studio è cruciale per la sicurezza

L’importanza di questa ricerca va ben oltre l’interesse scientifico. I Campi Flegrei sono tra le aree vulcaniche più monitorate al mondo, ma anche tra le più densamente popolate: circa mezzo milione di persone vivono nell’area a rischio. Gli episodi di bradisismo (sollevamento e abbassamento del suolo), le emissioni di gas e i frequenti sciami sismici sollevano da anni interrogativi sul futuro dell’area.

Capire cosa accade nel sottosuolo è cruciale per sviluppare piani di emergenza efficaci e valutare il reale livello di rischio. Le nuove immagini 3D non solo offrono uno strumento potentissimo per la previsione delle eruzioni, ma consentono anche di raffinare i modelli di simulazione e i sistemi di allerta. In altre parole, migliorano la nostra capacità di rispondere in modo tempestivo e preciso a eventuali segnali premonitori. Per la Protezione Civile e per le istituzioni locali, questo significa poter contare su dati più solidi e affidabili per prendere decisioni che riguardano la sicurezza di migliaia di persone.

Immagini 3D svelano il cuore segreto dei Campi Flegrei
12.535 visualizzazioni
Alcuni video presenti in questa sezione sono stati presi da internet, quindi valutati di pubblico dominio. Se i soggetti presenti in questi video o gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione, basterà fare richiesta di rimozione inviando una mail a: team_verticali@italiaonline.it. Provvederemo alla cancellazione del video nel minor tempo possibile.
Chiudi
Caricamento contenuti...