La morte di Papa Francesco ha nuovamente posto all’attenzione di tutti una problematica già emersa durante il lungo ricovero del Pontefice: chi fa le veci del Papa in caso di malattia, decesso e, in generale, quando il Santo Padre è inabile a svolgere il proprio ruolo? Scopriamo chi è in casi analoghi il sostituto del Papa e quali sono i suoi poteri.
Cosa succede quando il Papa muore, sta male o va in ospedale
Quando un Papa sta male e va in ospedale, non è ovviamente nelle condizioni ideali per continuare il proprio lavoro. La sua posizione rimane scoperta e, all’apparenza, può sembrare che la Chiesa rimanga senza il proprio punto di riferimento. Questo, in realtà, è vero solo agli occhi dei fedeli, giustamente preoccupati per la sorte del proprio punto di riferimento. Il Vaticano, soprattutto a livello politico, ha una sua struttura e delle proprie regole per sopperire alla temporanea mancanza della figura del Papa, anche nel caso più grave, ovvero di decesso del Pontefice e di seguente ‘Sede Vacante’.
Bergoglio era stato ricoverato al Gemelli a febbraio 2025 a causa di una infezione alle vie respiratorie, una condizione ulteriormente aggravata dall’avanzata età del Santo Padre. Mentre gli impegni di Papa Francesco venivano annullati o rimandati a data da destinarsi, la Chiesa continua nel proprio operato, senza cedere all’immobilismo.
Dopotutto era già capitato in passato. Giovanni Paolo II è probabilmente il Papa più famoso per aver affrontato una malattia grave durante il suo pontificato. A partire dal 1992, il Papa iniziò a soffrire di problemi legati all’invecchiamento e al Parkinson. La sua malattia si aggravò nel corso degli anni, tanto che a volte non riusciva a svolgere alcune funzioni pubbliche e a muoversi liberamente. Nonostante le sue difficoltà fisiche, Giovanni Paolo II continuò a svolgere il suo ruolo fino alla sua morte nel 2005.
L’esercizio della ordinaria amministrazione, di fatto, venne svolto dall’allora potentissimo segretario personale del Pontefice, Stanislaw Dziwisz. Molto prima di lui, nel 1954, Papa Pio XII si ammalò gravemente e fu costretto a ridurre i suoi impegni pubblici. Durante la sua convalescenza, alcuni degli incarichi amministrativi vennero svolti dal Cardinalista di Stato. Nei primi anni del ‘900, le condizioni di salute di Papa Leone XIII peggiorarono e, negli ultimi mesi della sua vita, fu sostituito in alcuni doveri da altri cardinali.
Chi è il camerlengo, che poteri ha e chi è quello attuale
In generale, la malattia di un Papa non ha mai comportato un’assenza permanente o una sospensione del suo ruolo. La Chiesa ha sempre trovato modi per far fronte alle sue necessità operative attraverso la delega ad altri, ma il Papa rimane il capo supremo della Chiesa. Se un Papa dovesse essere incapace di esercitare le sue funzioni in maniera permanente, l’unica via formale è la rinuncia, come è successo con Papa Benedetto XVI nel 2013, che si dimise volontariamente per motivi di salute.
L’impedimento per malattia è regolato da norme specifiche. Quanto il Papa è in viaggio o assente, i beni temporali della Chiesa passano sotto la responsabilità del Cardinale camerlengo. La guida spirituale resta sempre una prerogativa del Papa, indecentemente dalla sua eventuale impossibilità ad assolvere al proprio compito.
Il camerlengo (in latino Camerarius) è una figura di grande importanza nella struttura della Chiesa cattolica. Si occupa delle finanze e dei beni della Chiesa, compreso il Palazzo Apostolico e le altre proprietà vaticane. Il camerlengo è anche un membro del collegio dei cardinali che partecipa al conclave per eleggere un nuovo Papa. Inoltre, è responsabile di supervisionare l’organizzazione e l’ordine del conclave stesso. Viene scelto dal Papa, come figura di grande fiducia. La sua posizione non dura a vita, ma è legata al pontificato in carica.
L’attuale camerlengo è Giovanni Battista Re, nominato nel febbraio 2007 da Papa Benedetto XVI, succeduto a Eduardo Martínez Somalo. Ben più gravosa diviene il ruolo del camerlengo in caso di decesso di un pontefice: in questo caso si occupa di presiedere la sede vacante fino all’elezione del successore.
La Costituzione apostolica Universi Dominici Gregis, all’articolo 17 ricorda i compiti del camerlengo a seguito della morte del Papa: “Appena ricevuta la notizia della morte del Sommo Pontefice, il Camerlengo di Santa Romana Chiesa deve accertare ufficialmente la morte del Pontefice alla presenza del Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie, dei Prelati Chierici e del Segretario e Cancelliere della stessa Camera Apostolica, il quale compilerà il documento o atto autentico di morte”. Il Camerlengo deve, inoltre, apporre i sigilli allo studio e alla camera del Papa defunto, disponendo che il personale dimorante nell’appartamento privato possa restare fino a dopo la sepoltura.