Il Sole ha un’attività ciclica, ogni ciclo dura circa 11 anni, che vanno dal minimo all’apice fino al ritorno al minimo. Ciò significa che intorno al quinto o sesto anno, la nostra stella è nel pieno della sua fase. Il massimo dell’attività è caratterizzato principalmente dalle fluttuazioni nel numero di macchie solari visibili sulla sua superficie. Attualmente ci troviamo nel picco dell’attività solare e recentemente l’osservatorio della NASA, il Solar Dynamics Observatory (SDO), ha osservato un’eruzione di plasma scuro sulla superficie del Sole.
L’allarme della Nasa perché potrebbe arrivare un blackout
Spesso si parla di una tempesta solare che distruggerà internet, in realtà questa volta l’allarme è un po’ diverso. Secondo l’agenzia statunitense National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA), l’emissione di plasma scuro potrebbe portare a “fluttuazioni della rete elettrica”.
In particolare questi brillamenti solari freddi hanno il potenziale di interrompere le comunicazioni radio e satellitari sulla terra con una probabilità del 60% che si manifestino più brillamenti solari di medio livello o di classe M entro le prossime 24 ore e una probabilità del 15% di un brillamento di classe X ancora più estremo, che potrebbe innescare blackout radio in tutto il mondo.
In pratica l’allarme della Nasa è che la tempesta solare potrebbe provocare una serie di blackout diffusi a livello internazionale.
Cos’è una tempesta solare e quando avviene
Il video della Nasa ha mostrato una nuvola scura che corrisponde a un “brillamento solare freddo”, una massa di fumo nero, che esplode “sparando” questo plasma più freddo della media verso nord sulla superficie del Sole stesso.
I cosiddetti “brillamenti solari freddi” sono stati oggetto di studi seri da parte degli astrofisici solo nell’ultimo decennio e sembrano essere ricchi di radiazioni a microonde tanto quanto i “brillamenti solari caldi”, finora meglio compresi dagli scienziati a livello internazionale.
I brillamenti o eruzioni solari sono divisi in quattro categorie in base alla loro gravità: i brillamenti di classe X sono i più intensi, seguiti da M, C e il più debole B. Solo i brillamenti X e M irradiano energia abbastanza potente da colpire la Terra, dove i loro impulsi elettromagnetici possono causare comunicazioni e interruzioni elettriche.
Tornando alla tempesta solare, si tratta di un disturbo della magnetosfera terrestre, di carattere temporaneo, causato dall’attività solare e rilevabile dai magnetometri in ogni punto della Terra. Durante una tempesta solare il Sole produce forti emissioni di materia dalla sua corona che generano un forte vento solare, le cui particelle ad alta energia vanno a colpire il campo magnetico terrestre dalle 24 alle 36 ore successive all’espulsione di massa coronale.
Ciò accade soltanto qualora le particelle del vento solare viaggino in direzione della Terra. La pressione del vento solare cambia in funzione dell’attività solare e tali cambiamenti modificano le correnti elettriche presenti nella ionosfera. Le tempeste magnetiche generalmente durano dalle 24 alle 48 ore, anche se alcune possono durare per diversi giorni. Sono anche la causa delle splendide aurore boreali, per esempio nel 1989 una tempesta elettromagnetica si verificò in Quebec (Canada) causando un’aurora boreale visibile fino in Texas.